C’È POSTA PER TE
Nemmeno Caterina da Siena scrisse così tante lettere.
Il 9 marzo ne sono state spedite numerose al Presidente, alla Giunta e ai Consiglieri della Regione Umbria, da parte di cittadini di Gubbio e non solo.
Oggetti:
1 – OPPOSIZIONE CRITICA ALLE SCELTE POLITICO AMMINISTRATIVE DELL’ATTUALE GIUNTA REGIONALE UMBRA SUL NUOVO PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI E SULL’UTILIZZO DEL CSS COME COMBUSTIBILE ;
2 – OPPOSIZIONE AI PROGETTI di assoggettabilità a VIA regionale: MAIO TECH S.r.l. CSS- Combustibile nel Cementificio COLACEM S.p.A. (situati entrambi a Gubbio)
Il giorno prima l’Associazione ISDE, Medici per l’ambiente, a firma di Carlo Romagnoli Presidente regionale e Giovanni Vantaggi Presidente della sezione provinciale, aveva inviato una lettera aperta al Presidente dell’Ordine dei medici della Provincia di Perugia, Dott.ssa Verena DE ANGELIS, e al presidente nazionale dei Medici per l’Ambiente ISDE-Italia, Dr. R. Romizi.
Una netta presa di posizione a difesa dei cittadini (ESPOSTI INVOLONTARI), nei confronti delle attività svolte da PRODUTTORI DI RISCHIO (attività insalubri) secondo quanto dettato dall’art 5 del nostro codice deontologico: “Il medico è tenuto a considerare l’ambiente nel quale l’uomo vive e lavora quale fondamentale determinante della salute dei cittadini. …”
Altre lettere saranno inviate al Presidente del Consiglio Mario Draghi, al Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani, al Ministero per la Salute Roberto Speranza e altri Ministri.
Tutti devono sapere come la Regione Umbria, che magari non ha compreso le finalità del Next Generation EU, intende spendere buona parte delle risorse del “Recovery Fund”.
Si sta componendo un vero e proprio quadro complessivo che fa della gestione industriale dei rifiuti la priorità di sviluppo della Regione. Priorità per chi? Non per i cittadini. Non per l’Europa, che richiede invece di chiudere il ciclo dei rifiuti senza la loro combustione e che considera i rifiuti come materia prima seconda da reintrodurre nella produzione.
La verde Umbria si candida a diventare il punto di caduta finale di un inquinante, anche se lucroso (per pochi), affare legato ai rifiuti (dei quali si sta occupando, non a caso, anche la criminalità organizzata), luogo principe per lo smaltimento dei rifiuti di mezza Italia.
È questo il futuro che si sta preparando? Si tratta di un vero e proprio attentato all’identità e all’immagine della Regione che rischia così di rimanere intrappolata in un’economia moribonda, nel doppio senso che è morta e che fa morire, da seconda rivoluzione industriale. Industrie si riciclano come inceneritori inadeguate al compito.
I cittadini umbri non si riconoscono in questo progetto politico e amministrativo che si configura come un vero e proprio attentato culturale ed economico al loro futuro e a quello delle giovani generazioni. Il cuore verde d’Italia non può diventare un inceneritore.