Quando il 24 è diventato 25.

articolo di Giovanna Nigi pubblicato su Micropolis, aprile 2021

I festeggiamenti per la Liberazione in Umbria, in quest’anno horribilis, sono stati anticipati di un giorno. I comitati e le associazioni che aderiscono alla campagna Rifiuti Zero hanno infatti dato vita a quattro manifestazioni in contemporanea il 24 aprile. Sotto la sigla di “Territori Solidali per una battaglia comune “ si sono dati appuntamento a Terni, in piazza Europa, a Gubbio al piazzale della scuola di Semonte, in Piazza Italia a Perugia, e a Spoleto in Piazza Garibaldi . Quattro città accomunate dalla stessa lotta, che non è altro che la richiesta di una Liberazione.
Liberazione dai rifiuti in direzione della vera economia circolare, senza ricorsi, tinteggiati di green ad hoc, all’incenerimento dei rifiuti nei cementifici e negli inceneritori. L’incenerimento è un dinosauro, è insostenibile, dicono dal Sud al Nord dell’Umbria, che finalmente, nella lotta ha iniziato a sentirsi davvero Regione, viva e di popolo.
“Non è possibile parlare di un sistema di smaltimento tanto antiquato e presentarlo come nuovo: il nuovo è altrove, è nel Piano Rifiuti Zero, per produrre meno rifiuti, differenziarli ancora e trattarli, come Europa e buon senso vogliono “, dice Raniero Regni del Comitato di Gubbio. “Oggi si è detto finalmente No all’annoso ricatto salute-lavoro che ha da sempre tiranneggiato la nostra Regione. “ Continua Mariella Baldinelli, sempre da Gubbio.“ Non ci limitiamo a proporre un nuovo piano dei rifiuti”gli fa eco da Terni Fabio Neri “ma vogliamo costruire percorsi pubblici di controllo dell’operato dei generatori di rischio e misure di Prevenzione Primaria per gli esposti involontari”.
Non si è trattato di manifestazioni di sola protesta, contro l’ottusità di una Giunta Regionale che risponde con tre impianti per fare il CSS, schermandosi dietro la presunta neutralità della norma e dei procedimenti, ma soprattutto propositive. Le richieste sono state precise: “I fondi del Recovery Found devono essere destinati a un’economia circolare vera, ha detto a Perugia Annarita Guarducci, presidente del coordinamento Umbria Rifiuti Zero “non a quella camuffata da green di inceneritori e cementifici. Occorre al più presto una Giusta Transizione Energetica che rispetti i territori, dando alle comunità la possibilità di decidere come produrre la propria energia, senza erogare mai più enormi sussidi alle fonti fossili,” una strada giudicata dai comitati suicida e senza ritorno.
Le richieste si estendono anche al ripristino del Registro tumori che contempli tra le sue finalità istitutive anche la valutazione delle esposizioni attuali, e di ecodistretti ovunque, dove c’è più esposizione agli inquinanti. L’entità del disastro imminente è ormai sotto gli occhi tutti e non c’è più tempo. “La nostra casa sta bruciando, mandano a dire da Spoleto alla Tesei”, “il cambiamento climatico, causato dalle irresponsabili, avide e predatorie produzioni umane, ci sta presentando il conto”.
Il manifesto degli aderenti a Rifiuti Zero punta il dito contro le “Grandi disuguaglianze sociali che crescono all’ombra delle produzioni più impattanti, che usano aria, acqua, suoli e corpi come prolungamento delle loro attività senza porsi alcun limite. I grandi inquinatori non sembrano voler retrocedere. Come nemmeno sembra arrestarsi l’accaparramento della risorsa idrica, continuamente sottoposta a privatizzazioni di fatto, come nella nostra regione Umbria ad opera della multiutiliy romana.” La parola d’ordine, oggi, è Consapevolezza.

Intervengono le mamme, chiedendo alle altre mamme di prendere posizione, di partecipare sempre di più . A Gubbio, a Spoleto, a Perugia, a Terni, è un’unica presa di posizione nei confronti della salvaguardia della salute e del futuro dei bambini, minacciati ovunque. È dalle donne che questa nuova primavera umbra sembra prendere il volo, tante, creative e determinate, presenti e intenzionate a difendere i più piccoli e più deboli.
“Non dobbiamo delegare ad altri quello che dobbiamo fare in prima persona” così si è conclusa la manifestazione di Gubbio che ha visto 400 persone, tutte di Gubbio, tutte armate di grande coraggio, perché tanto c’è n’è voluto a esporsi, a uscire dal buio e a parlare, in una città dove il ricatto salute/lavoro per troppo tempo ha fatto ingoiare polvere e morti premature la causa delle quali non ha ancora avuto modo di essere indagata. È tempo di riscossa, a Gubbio e in tutta l’Umbria. È il tempo della Liberazione

Nigi