LA “SEMPLIFICAZIONE” SECONDO CINGOLANI: QUALE FUTURO PER L’AMBIENTE?
La proposta di un decreto “semplificazione” del neo-ministro Roberto Cingolani con il titolo VELOCIZZARE IL PROCEDIMENTO AMBIENTALE sembra aver lo scopo di sottrarre alla valutazione delle amministrazioni locali e dei cittadini le decisioni che riguardano l’ambiente, concentrandone i poteri presso un comitato composto esclusivamente da funzionari ministeriali.
La questione è particolarmente sentita a Gubbio dove i Comitati, l’Amministrazione Comunale, la Provincia e l’Azienda Sanitaria Locale avevano appena avuto la conferma del diritto a una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) nei confronti della minaccia di incenerire 100,000 tonnellate di combustibile derivato da rifiuti (CSS) nei due cementifici che circondano la città. La bozza del decreto che è pervenuta al comitato NO CSS, tra le diverse versioni che sembra siano state prodotte, non lascia dubbi: all’articolo 20 comma 6 afferma, per ben due volte, che l’impiego di CSS non è modifica sostanziale, pertanto non richiede una VIA.
Il proposto decreto è un documento composto da 44 articoli distribuiti su 45 pagine. I temi toccati sono molteplici, dalla valutazione dell’impatto ambientale al nucleare. Gli articoli sono perlopiù modifiche di leggi preesistenti, criptiche se non si ha di fronte il testo della norma a cui si riferiscono. La materia è talmente convoluta che se si dovesse giudicare la sostanza partendo dallo stile, tutto parrebbe fuorché un “Decreto Semplificazioni”.
L’attacco ai beni comuni e a sostegno di una logica privatistica da parte di Cingolani è curioso in quanto la sua carriera di manager si è svolta per intero nell’industria pubblica, prima come direttore scientifico dell’Italian Institute of Technology, e poi come chief technology officer di Leonardo, la ex Finmeccanica.
La generale levata di scudi contro il proposto decreto fa ritenere che, volendo risolvere molti problemi con un solo colpo, esso abbia sortito l’effetto di unificare su scala nazionale battaglie che erano finora separate: sui rifiuti, sull’acqua, sul nucleare e sul paesaggio. Per il nucleare e l’acqua il proposto decreto contraddice il risultato di due referendum nazionali. Stupisce che un Ministro della Repubblica si esprima in maniera tanto netta in senso contrario all’opinione democraticamente espressa dalla maggioranza dei cittadini. Inoltre, ilministro sicuramente non ignora il più elementare principio di tutela dell’ambiente, che consiste nell’affidarne la cura a coloro che vi sono più vicini perché lo abitano.
I movimenti in difesa dei beni comuni, della qualità dell’ambiente e del paesaggio che hanno per loro natura una base fortemente locale, alzano il tiro di fronte a questa minaccia, e annunciano le prossime iniziative comuni, anche a livello nazionale:
Sabato 12 Giugno 2021 ore 11:00 al Parco degli Acquedotti di Roma: CONVEGNO e ASSEMBLEA PUBBLICA di Generazioni Future, nel decimo anniversario del referendum sull’acqua bene comune https://generazionifuture.org/notizie