articolo di Franco Calistri pubblicato su Micropolis, maggio 2021
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E’ proprio vero il diavolo si nasconde nelle pieghe. E così con la scusa di semplificare e rendere la vita più facile e semplice per cittadini ed imprese (sacrosanto obiettivo) si inseriscono qua e là deroghe, sospensioni di norme e così via. E’ questo il caso della bozza del Disegno di Legge semplificazioni, non ancora licenziato dal Consiglio dei Ministri, che, di fatto seppur sotto forma di proroga, prevede, ad esempio, la liberalizzazione del subappalto e l’estensione della pratica delle gare al massimo ribasso. Due punti punti che hanno fatto andare su tutte le furie Maurizio Landini segretario della Cgil, che ha commentato “In un paese dove si continua a morire sul lavoro la logica del subappalto libero e del massimo ribasso sono contro la sicurezza delle persone e la qualità delle opere che si vogliono mettere in campo. Così si torna indietro”.
Ma c’è anche qualcos’altro che per altro riguarda molto da vicino il cuore verde d’Italia, l’Umbria. Ecco di che si tratta. All’articolo 20, dall’accattivante titolo “Misure di semplificazione per la promozione dell’economia circolare” (e chi è contro l’economia circolare?), al comma 2 si prevede che “gli interventi di sostituzione dei combustibili tradizionali con CSS-combustibile… in impianti od installazioni già autorizzati allo svolgimento delle operazioni R1(ovvero utilizzo dei rifiuti come combustibile od altro mezzo per produrre energia, e questo è il caso di quasi tutti i cementifici sparsi per l’Italia, non ultimi quelli di Gubbio, ndr), ...richiedono la sola comunicazione dell’intervento”.
In pratica, al di là del complesso e rassicurante richiamo a prescrizioni previste in commi ed articoli di legge cui si rimanda dei quali è zeppo il testo citato (che risparmiamo), il risultato in soldoni è che per bruciare il Css poche storie, niente analisi e valutazione dell’impatto che bruciare Css può avere sull’ambiente e sulla salute dei cittadini (le procedure di VIA per altro, guarda caso, da poco richieste dagli uffici regionali alla Colacem di Gubbio in merito alla richiesta di bruciare Css), basta una semplice comunicazione, una mail all’autorità competente e poi vai con il tango.
Se questa norma passasse sarebbe come mettere una pietra tombale sulle lotte e sulle speranze che in questi mesi hanno portato tanti eugubini e tanti umbri a mobilitarsi ed impegnarsi nella battaglia contro il Css. Ma non è detta l’ultima parola.