“Il futuro della bioregione eugubina e i beni comuni”

La bioregione eugubina al centro dei lavori dell’Ecodistretto

Il futuro della bioregione eugubina e i beni comuni”, questo il tema della conferenza-audit dell’ecodistretto che si terrà venerdì 11 giugno 2021 dalle 17 in diretta streaming sul sito web del Comune di Gubbio, nella sezione dedicata ai video.

Di altissimo livello i nomi dei partecipanti all’iniziativa: S.E. il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della CEI, non sarà presente perché fuori regione, ma verrà proposta una sua riflessione inviata nell’aprile scorso al convegno “Custodire le nostre Terre – Salute, ambiente, lavoro”, organizzato dalla Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute, dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, dagli Uffici nazionali per la pastorale della salute e per i problemi sociali e il lavoro, e dalla Caritas italiana. Alla riflessione del cardinale Bassetti seguiranno gli interventi del sindaco di Gubbio Filippo Stirati e del vicesindaco e assessore all’Ambiente Alessia Tasso, dopodiché a parlare saranno il teologo e priore di Fonte Avellana Dom Gianni Giacomelli, che terrà un intervento su “I beni comuni nell’enciclica Laudato sì di Papa Francesco” e il professor Ugo Mattei, giurista, docente di Diritto all’Università di Torino e all’Università della California, segretario del comitato Rodotà, che nel corso del suo intervento tratteggerà i confini dell’idea di “beni comuni”, a partire dalla definizione fino alla legislazione attuale. Un’altra giurista e docente di Diritto all’Università degli Studi di Perugia, la professoressa Maria Rosaria Marella, farà invece un focus su “Clinica legale: salute, ambiente e territorio”, mentre spetterà al Direttore del dipartimento di prevenzione Usl Umbria 1 Giorgio Miscetti fare il punto su “Salute: nuove definizioni e strategie di protezione”. A chiudere l’audit sarà Francesco Della Porta, Project Manager, che aiuterà partecipanti e spettatori in diretta streaming a capire cosa sia una “bioregione” e cosa ne definisca confini e caratteri. La conferenza-audit si colloca nell’ambito delle iniziative nate in seno all’ecodistretto, “uno strumento di democrazia partecipata – spiega il sindaco Filippo Stirati – aperto ad associazioni, singoli, studiosi, esperti, aziende, in un confronto attento, sempre rispettoso e paritario, fatto da momenti di studio, di riflessione, di indagine ad ampio raggio. Attraverso i lavori dell’ecodistretto, in questa occasione come nelle altre che verranno, cerchiamo insieme risposte che certifichino la qualità della vita nel nostro territorio, che tutti noi abbiamo il dovere di tutelare, preservare e conservare”.

Conferenza-audit organizzata dal Comune di Gubbio,

venerdì 11 giugno 2021 ore 17:00

Il cardinale G. Bassetti, presidente della CEI, ha detto in apertura che l’impegno nell’ecologia integrale è un impegno indelegabile, per tutti, perché amore non è sufficiente, bisogna custodire il creato. Tutti devono mettersi in discussione raggiungendo la piena consapevolezza dei livelli di inquinamento dell’ambiente, dei corpi ma anche delle coscienze.

Al centro dei lavori la bioregione eugubina, con un intervento di Francesco Della Porta, che riportiamo integralmente, su:

Cos’è la BIOREGIONE ?

“Da dove viene l’acqua?  dal rubinetto

Dove va l’acqua? giù per lo scarico

Quando si tira lo sciacquone dove va la roba?  va via

Dove va la spazzatura? fuori

Perchè ci sono sacchetti di colore diverso?  per non sbagliarsi

Da dove viene il cibo? dal negozio

E al negozio come ci arriva? Sul camion frigorifero

Si potrebbe continuare questo esercizio, risalendo a monte, o scendendo a valle, fino a raggiungere il punto di contatto tra bisogno umano e territorio.

In qualche caso il territorio èmolto lontano. Per esempio, nel ciclo dell’acqua si può importare salmone da un allevamento in Scozia, oppure trasportare fino a Terni il residuo secco della depurazione delle acque fognarie di tutta l’Umbria, come indica il nuovo piano regionale dei rifiuti.

Ma, nei casi normali, il punto di contatto con il territorio è vicino.  La maggior parte dei bisogni primari dell’essere umano sono soddisfatti entro un’area limitata. Ciò è vero in particolare per una zona fortunata come Gubbio, dove l’acqua e i boschi abbondano, l’agricoltura è produttiva e varia, ci sono più fonti di energia rinnovabile, ed eccellenti occasioni di svago e di cultura. E la densità della popolazione è meno di un terzo della media nazionale.

Senza pensarci, abbiamo appena definito la BIOREGIONE: è un territorio formato di terre e acque i cui limiti sono stabiliti non da confini amministrativi, bensì dalla sovrapposizione tra il perimetro delle comunità che li popolano e quello dell’ambiente che le circonda. E’ l’area entro cui quella comunità trova le risorse per soddisfare la maggior parte dei bisogni primari.

Per bisogni primari intendo: cibo, riparo, energia, ciclo dell’acqua e dei rifiuti, natura e cultura. Aggiungerei, dove possibile altri tre bisogni: lavoro, salute, e identità. Anche se non sono citati esplicitamente nei testi canonici sulla bioregione, scritti a partire dagli anni Settanta.

L’ area della Bioregione deve essere grande a sufficienza per assicurare l’integrità delle comunità biologiche che vi abitano; cioè deve contenere tutti gli elementi dell’habitat, o ecosistema, che consentono la sopravvivenza in autosufficienza delle specie animali e vegetali che la popolano. Per esempio, deve offrire tutti gli elementi che sostengono il processo vitale delle sue specie più caratteristiche: nutrimenti, ciclo dei rifiuti, e ciclo delle acque.

Inoltre deve contenere le comunità umane coinvolte nella sua gestione, nella conoscenza e nell’utilizzo delle sue risorse.

Ma deve essere piccola abbastanza perchè i suoi abitanti ci si identifichino, la considerino casa loro.       

TRE CONCLUSIONI

I. L’ identità tra ambiente e amministrazione esiste da alcuni millenni nelle civiltà agricole dei grandi fiumi (Indo, Nilo, Fiume Giallo, Mesopotamia). L’ acqua è un bene comune e la sua gestione per scopo irriguo richiede condivisione, consenso, e un organismo di governo. 

Una bioregione è definita dalla comunitàdelle persone che vi abitano. Deve avere una identità culturale caratteristica. I suoi abitanti hanno il diritto di deciderne la destinazione e l’impiego delle risorse.  Far coincidere il confine amministrativo con il confine biologico serve per assegnare ai suoi abitanti il diritto ma anche la responsabilità di gestire le risorse della bioregione. Tale diritto non è però assoluto.  Implica che gli interessi e i bisogni degli abitanti sono il punto di partenza e il criterio con cui si stabiliscono i piani di svilupppo e di conservazione delle risorse. Ma gli abitanti hanno la responsabilità di gestire quelle risorse in quanto beni comuni accessibili anche da altri, siano essi investitori, turisti, generazioi future, o pubbliche amministrazioni. Le risorse del luogo sono affidate a suoi abitanti che ne saranno i custodi più attenti.

Governi locali, comunità, aziende e altri interessi privati condividono la responsabilità di stabilire come impiegare le risorse (pubbliche e private) della bio-regione senza impoverirle, cioè in forma sostenibile.

Tale esercizio richiede forme istituzionali di raccolta delle opinioni, di dialogo di deliberazione. Perciò è necessario definire le modalità di governance della bio-regione, in forme flessibili e inclusive. 

L’ ecodistretto soddifa questo bisogno giurdico istituzionale. 

 II.  La bioregione serve per superare l’ambientalismo conservatore fine a sè stesso.

I geologi hanno stabilito che viviamo nell’Antropocene, cioè in un’ epoca geologica dove l’impronta dell’essere umano è visibile nella stratigrafia del terreno. Non è dunque più possibile separare la natura dall’ uomo, ogni soluzione deve comprendere entrambi. La bioregione non ha come scopo di salvare il salvabile o ritornare alle origini, perchè in una logica di contrapposizione non si riesce a superare il dilemma tra lavoro e ambiente o tra lavoro e salute.  La bioregione serve bensì per trovare un equilibrio a partire dal punto in cui siamo ora, con tre finalità:

·    Ripristinare e mantenere gli ecosistemi locali

·    Trovare risposte sostenibili ai bisogni umani

·    Fermare tutto ciò che potrebbe ostacolare il passaggio da procurarsi da vivere a ri-abitare il luogo.

La bioregione è lo spazio dove questo esercizio di ricerca di un equilibrio può essere compiuto.

E’ l’ambito dove si può instaurare un dialogo reale tra le parti interessate, cioè tra tutti coloro che hanno eletto di abitare quello spazio, e che si sono impegnati a considerarlo casa loro.

Una sede fisica dove deliberare e in cui riconocersi può aiutare a formare una identità collettiva consapevole.

 III.   La conoscenza è indispensabile

Per gestire responsabilmente la bioregione occorre conoscerla. Tale conoscenza è composta sia da elementi della cultura tradizionale del luogo, che devono essere recuperati e ben impiegati, sia da elementi tecnologici innovativi, che consentano di trovare soluzioni sostenibili per problemi che prima non esistevano. Bisogna raccogliere e aggiornare statistiche che riguardano l’ambiente, la salute umana e le attività economiche, e ripetere regolarmente esercizi di previsione e di consultazione. Bisogna cercare nel futuro le soluzioni che consentano di scavalcare gli impasse del presente, acquisire una visione strategica che coinvolge più generazioni.  Questo non significa scaricare sulle generazioni future l’ ipoteca dei problemi presenti. Ma al contrario, riconoscere che chi è presente oggi ha la responsabilità di custodire le risorse della bioregione per il futuro. 

Spesso i confini della bioregione coincidono con quelli del bacino idrografico, o con i contorni montuosi. Ma non sempre: una bioregione puòattraversare i crinali, o limitarsi a una porzione soltanto del corso di un fiume. Bisogna valutare le conseguenze delle decisioni anche oltre i confini. La somma delle bioregioni èla biosfera. Quando gran parte degli abitanti del pianeta sarà organizzato secondo una logica bioregionale, il rapporto tra essere umano e ambiente sarà gestito con cautela anche a livello globale.  Questa è la miglior garanzia di superamento dell’atteggiamento Not In My Back Yard (non nel mio cortile)”.  

video in diretta streaming su Comune di Gubbio – Halleymedia – Eventi: https://gubbio.halleymedia.com/live157-Conferenza-audit-su-Il-futuro-della-bioregione-eugubina-e-i-beni-comuni.html

e su https://www.facebook.com/groups/nocssgubbio/permalink/3039993126232292/

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