In pieno periodo di confinamento dovuto alle restrizioni legate al Covid-19, quattro gruppi distanti geograficamente, (Valle del Volturno, piana di Venafro, Gubbio e Galatina), ma vicini per volontà di difendere ambiente e salute, hanno iniziato un percorso di confronto e condivisione di esperienze sulle criticità scaturite dal vivere nei pressi di un cementificio COLACEM.
Da questo confronto è nata la decisione di presentare un dossier comune alla Commissione Ambiente della Camera, presentato il 6 giugno 2022.
Nei comuni di Sesto Campano (Molise), Galatina (Puglia) e Gubbio (Umbria) sorgono tre cementifici di proprietà della società Colacem, terzo cementiere italiano per produzione, con 6 stabilimenti in Italia (Caravate VA, Rassina AR, Gubbio PG, Sesto Campano IS, Galatina LE, Ragusa RG) e 4 nel mondo (Tunisia, Albania, Haiti, Rep. Dominicana).
Alcuni comitati di cittadini hanno raccolto un dossier sull’emergenza sanitaria in quelle comunità. Il dossier è stato presentato il 6 giugno 2022 alla Presidente e Vice Presidente della Commissione Ambiente della Camera, On. Alessia Rotta e On. Rossella Muroni, con richiesta di audizione urgente.
La raccolta di dati relativi alla situazione sanitaria, ambientale e autorizzativa dei tre cementifici dimostra un modus operandi aziendale che si ripete identico in ciascun luogo da decine di anni. Alle amministrazioni locali sono mancate finora la capacità o la volontà di affrontare la questione.
𝐃𝐚𝐥 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐬𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚𝐫𝐢𝐨 il dossier riporta dati di autorità preposte e studi scientifici, che configurano una emergenza a tutti gli effetti. Concentrazione di inquinanti e rischio di mortalità mostrano trend in peggioramento per gli ultimi vent’anni. Dove esiste un registro dei tumori, i casi sono sopra la media e sopra i valori di aree urbane notoriamente inquinate. Tuttavia, nel 2021 la Regione Umbria ha abolito il Registro Tumori Umbro di Popolazione “perché troppo costoso”.
Aziende Sanitarie Locali, associazioni mediche e Comuni hanno chiesto e finalmente ottenuto a Galatina e Sesto Campano, la realizzazione di una Valutazione di Impatto Sanitario (il risultato non è ancora noto), mentre l’Istituto Superiore di Sanità ha espresso allarme per le anomalie statistiche tumorali a Gubbio e ha classificato il Distretto di Galatina “Area Cluster per neoplasie polmonari”.
𝐂𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢𝐟𝐢𝐜𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐢𝐧𝐜𝐞𝐧𝐞𝐫𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢. Cinque decreti legge emanati dal governo italiano tra il 2003 e il 2022 hanno favorito il progressivo allentamento delle procedure di autorizzazione e controllo dell’incenerimento di rifiuti nei cementifici. Per la legge italiana, i limiti di inquinamento e di emissione di carbonio di un cementificio che brucia rifiuti sono oggi meno restrittivi di quelli di un inceneritore.
𝐃𝐚𝐥 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐚𝐦𝐛𝐢𝐞𝐧𝐭𝐚𝐥𝐞, i cementifici sono industrie insalubri di prima classe, obbligatoriamente soggette a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Tuttavia, nessuno dei tre in questione è stato mai valutato, nonostante che la EEA (Agenzia Europea per l’Ambiente) ne abbia indicati due tra i 600 impianti maggiormente inquinanti dell’Unione Europea, nonostante che a Gubbio ci siano ben due cementifici, e nonostante che, fino al decreto Cingolani del 2021, la VIA fosse una procedura obbligatoria per i cementifici.
I timori delle popolazioni locali sono cresciuti in seguito al sequestro delle polveri presso lo stabilimento di Galatina eseguito dalla DDA Lecce, che ha evidenziato caratterizzazioni insufficienti nella composizione dei rifiuti, così come indicato anche in sede di CTU per Colacem Galatina e da ISPRA per Sesto Campano. Laboratori accreditati e centri di ricerca hanno confermato la presenza di diossina nel latte materno e nella placenta umana, ed elevata concentrazione di metalli pesanti nella vegetazione, nella falda e nel suolo.
L’emergenza rifiuti in Campania fu decretata dal presidente del consiglio Ciampi l’11 febbraio 1994, cioè 28 anni fa. Da quasi trent’anni in Italia si discute su dove mettere i rifiuti. Il governo ha continuato a favorire l’incenerimento, in particolare nei cementifici, in netto contrasto con gli obiettivi europei per la riduzione delle emissioni di carbonio e il recupero dei materiali scartati.
I comitati firmatari del dossier sono:
- Mamme Salute Ambiente ODV – Venafro
- Coordinamento civico Ambiente e Salute – prov. di Lecce
- Comitato per la Tutela Ambientale della Conca Eugubina
- Comitato NO CSS NELLE CEMENTERIE DI GUBBIO