NESSUN AUTOMATISMO O SCORCIATOIA PER TRASFORMARE I CEMENTIFICI IN INCENERITORI DI RIFIUTI.
Come molte cementerie, anche Italcementi di Colleferro aveva chiesto autorizzazione per bruciare rifiuti urbani e industriali come combustibile (il cosiddetto CSS). Ma il 28 settembre 2022 il TAR del Lazio ha respinto la richiesta, affermando che incenerire rifiuti rappresenta una “modifica sostanziale” nel funzionamento di un cementificio.
Questa non solo e’ una vittoria per il Comitato Residenti di Colleferro e per Medicina Democratica, che si erano opposti alla richiesta. E’ anche un segnale incoraggiante per i residenti che in tutt’ Italia hanno intrapreso azioni legali per contrastare analoghe pretese avanzate da molti altri cementifici.
La richiesta di Italcementi si fondava su un decreto emanato dal ministro dell’ ambiente Cingolani, (DL 278) che dallo scorso luglio concede ai cementifici di funzionare come inceneritori senza bisogno di compiere una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), cioe’ senza ottenere autorizzazioni dalle autorita’ amministrative e sanitarie locali, e senza consultare i cittadini.
Con la scusa di snellire la burocrazia, il decreto Cingolani consente ai cementifici di smaltire rifiuti sostenendo che non si tratta di modifica sostanziale della loro attivita’. Cio’ offre ai cementifici, industrie energivore, di ridurre i costi di acquisto del combustibile. Inoltre, in un periodo di stasi delle costruzioni, consente di impiegare gli impianti per il lucrativo e spesso opaco business dei rifiuti. Infine, consente di smaltire le ceneri residue della combustione nell’ impasto per produrre mattonelle, gres, o cemento.
Il Decreto Cingolani deve essere abolito per diversi motivi: (a) va in direzione contraria alle direttive Europee sull’ ambiente e il cambiamento climatico che raccomandano di prevenire la produzione di rifiuti e ridurre l’ incenerimento. (b) e’ dannoso per la salute. I fumi delle cementerie subiscono scarsi controlli e, come i residui impastati nelle mattonelle e nel cemento, contengono metalli pesanti, diossine, e altre sostanze cancerogene. (c) E’ una aberrazione civile perche’ scavalca i diritti dei residenti e giuridica, come dimostrato dalla sentenza del TAR del Lazio.
Abbiamo scritto una lettera al ministro Cingolani per ristabilire la valutazione ambientale prima di autorizzare la combustione di rifiuti (CSS) . La lettera e’ pubblicata su Change.org e puo’ essere firmata CLICCANDO QUI
Respingendo la richiesta presentata dall’Italcementi di Colleferro il TAR del Lazio ha smentito Cingolani. Questo precedente e’ importante per tutte le altre iniziative di cittadini e amministrazioni. A Gubbio, per esempio, il Comune e i comitati locali hanno avviato azioni legali per contestare le autorizzazioni a bruciare rifiuti concesse dalla Regione Umbria ai cementifici Barbetti e Colacem, e invece esigere che la Valutazione di Impatto sia svolta regolarmente, come richiesto tra gli altri anche dalla autorita’ sanitaria USL Umbria1.
Il Comitato della Conca Eugubina e’ ricorso al TAR contro le autorizzazioni che la Regione Umbria ha concesso ai cementifici. I ricorsi avranno un possibile costo di € 14.000. Per sostenere le spese il comitato ha lanciato una sottoscrizione su GOFUNDME a questo indirizzo: https://www.gofundme.com/f/22o92axbio Abbiamo finora raccolto 7,300 EUR.