Il cementificio mostro di Galatina

Il Coordinamento Civico Ambiente e Salute, conosciuto come “Coordinamento Colacem”, si è costituito il 16 Novembre 2017. E’ un laboratorio integrato di politiche attive sul tema della tutela ambientale e della salute, formato, in risposta alla conferenza dei servizi per il rinnovo AIA Colacem da 25 associazioni, 14 comuni e una rete di attivisti, facenti parte per lo più della Grecia Salentina. Si tratta di una ppp- public private partnership, un’azione integrata tra il pubblico e il privato associazionistico per rispondere ad una primaria necessità: la gravità della situazione sanitaria in cui verte il Distretto di Galatina, dove insiste dal 1953 il cementificio Colacem SpA di Galatina.

Lo stabilimento Colacem e’un eco-mostro che complessivamente consuma nel Salento una superficie totale di terreno autorizzata nel 2016 pari a 2.850.253 mq, calcolata secondo il consumo medio di suolo per ogni tonnellata di cemento (12.740.000 mq totali). Ha prodotto complessivamente nel 2017 2.658.578 di t di Clinker, 2.883.528 di t di cemento (circa 300 mila in meno rispetto ai dati dichiarati nel 2016). Dalle 700 mila t note, si è passati a 248.000 T di Clinker e 309.900 di cemento, un recupero in media di 100.000 tonnellate di ceneri leggere tanto da occupare il primo posto in Italia e tra i primi in Europa per quantità di ceneri pesanti recuperate nel cemento e il terzo posto a livello italiano per quantità di ceneri leggere.

L’entita’ delle risorse idriche consumate nel 2017 è pari a 244 litri di acqua per 309.900 tonnellate di cemento prodotto a Galatina, ovvero 75 milioni e 615.600 litri di acqua. 

Dati incredibili se moltiplicati per gli anni di produzione! Lo stabilimento di Galatina utilizza nel ciclo produttivo ceneri volanti ottenute dalla combustione di carbone nella centrale termoelettrica di Cerano, ovvero rifiuti per i quali si attende il pronunciamento del Dda di Lecce a seguito del sequestro che ha coinvolto anche Colacem nell’indagine “Araba Fenice” il 18 gennaio 2018 per i gravi illeciti nell’utilizzo/smaltimento dei rifiuti; attualmente sotto indagine della Procura di Lecce con l’ipotesi di reato di “getto pericoloso di cose”.

Il cementificio emette in atmosfera polveri dei camini e del carbonile scoperto a meno di 1 km da centri abitati, metalli pesanti nella falda, monossido di carbonio (CO), Arsenico (As). Le concentrazioni inquinanti e il correlato rischio mortalità mostrano un trend in peggioramento, secondo quanto indicato dallo studio epidemiologico Caso-Controllo sull’incidenza del tumore al polmone in Provincia di Lecce denominato “PROTOS” con la supervisione scientifica CNR-IFC ed uno studio condotto nel 2014 dall’istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima ISAC – CNR in collaborazione con l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR.