Scambio di esperienze e coordinamento di azioni comuni
Sabato 3 dicembre al Centro Servizi Santo Spirito di Gubbio, si e’ tenuto un convegno dal titolo Un equilibrio compromesso. Salute, ambiente, economia, organizzato dal Coordinamento No CSS NELLE CEMENTERIE.
L’ evento era promosso dai comitati ambientali di Gubbio insieme ad altre associazioni ambientali di Monselice (Padova), Galatina (Lecce), Venafro (Isernia) che si sono confrontati per la prima volta di fronte a un pubblico folto e attento.
Convenire a Gubbio era naturale, dato che tre dei cinque cementifici in questione fanno parte del gruppo COLACEM che a Gubbio mantiene il suo quartier generale.
I comitati riuniti rappresentano decine di comuni italiani alle prese con la presenza invasiva di cementerie, industrie insalubri di prima classe, in prossimità, se non ricadenti in centri abitati, come nel caso locale, la cementeria Barbetti nel cuore di Semonte e la cementeria Colacem prossima alla più popolosa frazione eugubina di Padule.
I relatori erano specialisti altamente qualificati, come il Dott. Crosignani, medico e fisico, esperto di epidemiologia ambientale, la Dottoressa Sonia Ravera, biologa ricercatrice dell’Università di Palermo, il dott. Enzo Favoino, coordinatore scientifico Zero Waste Europe, e la prof.ssa Beatrice Cerrino, docente della Scuola di Economia Civile.
Il Dottor Crosignani ha spiegato che alcuni studi sul rapporto tra incidenza di tumori e cementifici sono basati sulla metodologia dei clinical trials, le analisi statistiche che l’industria farmaceutica e’ obbligata a compiere prima di mettere in commercio un nuovo farmaco. Scopo dei clinical trials e’ escludere la possibilita’ di un nesso accidentale, non identificare un rapporto di causa-effetto. La correlazione statistica necessaria per escludere una connessione e’ piu’ stringente di quella sufficiente per affermarla. Pertanto, l’ impiego di metodologie clinical trials e’ inappropriato nel caso dei tumori di un cementificio. Il principio di precauzione, invocato dalla Unione Europea a riguardo di presunti danni alla salute, e’ una diretta applicazione di quel ragionamento. Infatti, mentre i clinical trials hanno come obiettivo identificare un falso positivo, il principio di precauzione si limita a evitare un falso negativo. La prova e’ meno onerosa. Un pollo alla diossina, ha concluso Crosignani, vale piu’ di dieci modelli di simulazione.
La Dottoressa Ravera, biologa ricercatrice dell’Università di Palermo HA ILLUSTRATO I RISULTATI SCENTIFICI di un triplo esame: su licheni, tronchi di quercia e coleotteri. Gli indicatori biologici cumulativi raccolti a Gubbio nel corso del 2021 hanno dimostrato che in prossimita’ dei due cementifici Barbetti e Colacem la presenza di Cloro, Bromo, Cromo, Tallio e Vanadio erano assai piu’ elevati, in particolare in certi anni, che nella zona campione. L’ esame sui coleotteri non e’ stato completato in quanto COLACEM ha fatto sequestrare dai carabinieri almeno una delle trappole entomologiche piazzate dai ricercatori.
Enzo Favoino, coordinatore scientifico di Zero Waste Europe ha dimostrato che l’ incenerimento va in direzione opposta all’ economia circolare, sfatando 4 falsi miti:
- che la sostituzione di pet-coke con CSS sia una forma economia circolare;
- che i paesi che recuperano energia dai rifiuti siano i piu’ avanzati nel riciclo; al contrario, sono quelli che producono piu’ rifiuti pro capite e differenziano meno
- che l’ incenerimento contribuisca alla sostenibilita’ energetica
- che l’ alternativa agli inceneritori sia la discarica
La principale misura di progresso verso l’ economia circolare, ha detto Favoino, sono i kg di rifiuto residuo per abitante/anno. Per abbassare quell’ indicatore occorre riciclare meglio e produrre meno rifiuti.
Agime Gebeti del GSE ha presentato la normativa europea per le comunita’ energetiche. Beatrice Cerrino ha presentato l’ economia dei beni comuni.
Gli altri intervnti hanno dimostrato che le azioni legali intraprese da amministrazioni locali e comitati, in particolare verso la magistratura, cominciano a sortire effetto. Ad esempio, la magistratura ha cominciato ad emettere pareri favorevoli alle vedove degli operai morti di tumore,[1] e agli agricoltori di terreni non piu’ utilizzabili perche’ troppo inquinati da metalli pesanti e diossine.
I comitati auspicano che le Istituzioni locali (Regioni e Comuni) preposte a garanzia sanitaria e ambientale intervengano con provvedimenti inibitori di una pratica, tanto inutile, quanto pericolosa per la pubblica salute, quella dell’utilizzo dei combustibili solidi secondari nelle cementerie: La normativa ora vigente in Italia permette che cio’ avvenga senza alcuna preventiva valutazione ambientale, nonostante l’evidente incombenza dei cementifici su centri abitati ed edifici scolastici.
Per esempio, le cementerie di Gubbio stanno utilizzando rifiuti nel loro processo produttivo sin dal 2007, senza averlo dichiarato alla Regione, come risulta dalla comunicazione da esse inoltrata.
I convenuti concordano nel ritenere grave la facilità e superficialità con cui in Italia si sono emanati decreti e concesse autorizzazioni all’impiego di tale combustibile CSS, in chiaro contrasto con le normative e gli obiettivi della Unione Europea.
Contro tale uso, amministrazioni locali e comitati hanno presentato rituali impugnazioni, ora pendenti al TAR. Dalle magistrature giungono segnali incoraggianti.
Tuttavia, i comitati ritengono che un’inversione di rotta nella logica delle normative finora emanate potra’ avvenire solo a fronte di prese di posizione civili e ferme da parte di ampie rappresentanze dei cittadini a difesa della loro salute e di forme di economia sostenibile.
La ripresa STEAMING DEL CONVEGNO e’ visibile a questi link:
Prima parte del Convegno “UN EQUILIBRIO COMPROMESSO”
https://www.facebook.com/concaeugubina/videos/457424189806192/?flite=scwspnss
Seconda parte del convegno “UN EQUILIBRIO COMPROMESSO”
[1] https://www.padovaoggi.it/cronaca/corte-appello-riconosce-vedova-lavoratore-cementificio-monselice-diritto-inail-padova-13-ottobre-2022.html