Il cemento è un materiale primario del calcestruzzo, delle malte, dei blocchi e dell’intonaco. È la colla che tiene insieme edifici e strutture. Purtroppo, la produzione di 1 kg di cemento portland rilascia tra 0,7 e 1 kg di anidride carbonica. La maggior parte delle emissioni è attribuita alla produzione del clinker che, combinato con il gesso e altri materiali, dà origine al cemento.
Il 50-60% di queste emissioni deriva dalla calcinazione del calcare e la maggior parte del resto dalla combustione dei combustibili fossili necessari per raggiungere le temperature richieste per i forni. Di conseguenza, la produzione di cemento è responsabile di circa il 7% delle emissioni globali e la domanda di cemento continuerà ad aumentare con la crescita della popolazione fino al 2050. Affrontare queste emissioni sarà fondamentale se il mondo vuole raggiungere i suoi obiettivi climatici.
Purtroppo, l’industria del cemento deve affrontare alcune sfide difficili. In generale, i nuovi processi produttivi con emissioni più basse tendono ad avere costi di produzione più elevati, mentre i margini per i produttori sono troppo esigui per assorbire questi costi. Gli approcci maturi alla mitigazione includono la cattura del carbonio e la sostituzione del clinker.
L’approccio della cattura dell’anidride carbonica comporta in genere costi aggiuntivi ed è spesso limitato dalla disponibilità di infrastrutture per il trasporto e lo stoccaggio della CO2. L’approccio della sostituzione del clinker è limitato da standard prescrittivi e dalla futura disponibilità di materiali cementizi supplementari (tipicamente ceneri volanti dall’industria del carbone o loppa d’altoforno dall’industria siderurgica).
Nonostante le sfide, ci sono alcuni germogli verdi. Le nuove configurazioni dei calcinatori possono consentire la separazione delle emissioni di processo e di combustibile e l’elettrificazione del processo. L’uso di materiali alternativi per la sostituzione del clinker, come il vetro lavorato o i materiali naturali, può risolvere i problemi di disponibilità dei materiali.
Nel frattempo, è possibile ottenere un’enorme riduzione delle emissioni utilizzando cementi alternativi che evitano l’obbligo di calcificare il calcare nella produzione di clinker e possono contribuire a ridurre le emissioni di processo. Riduzioni significative possono essere ottenute anche con il “bio-cemento”, dove gli organismi decompongono il calcare e lo ricostituiscono per legare gli aggregati nel prodotto finale (cioè il calcestruzzo). Infine, nuovi additivi possono consentire un ulteriore assorbimento di CO2 durante i processi di indurimento del calcestruzzo.
In definitiva, l’innovazione può contribuire a ridurre in modo significativo le emissioni dell’industria del cemento, ma richiederà finanziamenti per scalare e ridurre i costi, mentre l’adeguamento degli standard sarà fondamentale per consentire l’accesso al mercato.
FONTE: Ian Hayton, Associato Senior, Gruppo Cleantech, https://www.cleantech.com/