Nel febbraio 2023 Il TAR dell’ Umbria aveva respinto il ricorso del Comune di Gubbio contro l’ impiego di rifiuti CSS come combustibile da parte dei due cementifici eugubini.
Il TAR aveva giustificato la decisione appoggiandosi sul decreto semplificazioni del ministro Cingolani,[1] secondo cui l’ impiego di rifiuti CSS come combustibile non rappresenta una modifica sostanziale dei processi produttivi di una industria energivora.
L’unica possibilità di contrastare la sostituzione del combustile di origine fossile con il CSS sarebbe ora una ordinanza del sindaco che, sulla base di documentati pericoli per la salute pubblica, potrebbe proibirne l’ impiego. [2]
Tuttavia, il 17 maggio 2023 Il sindaco Filippo Stirati ha annunciato il risultato di uno studio condotto dal CNR sulla qualita’ dell’ aria di Gubbio per quanto riguarda il particolato. Tra ottobre 2021 e ottobre 2022, prima del CSS e con uno solo cementificio attivo, il CNR aveva installato a Gubbio 20 punti di prelievo con 9 periodi di campionamento di un mese e mezzo ciascuno. Lo studio aveva raccolto oltre 400 campioni ed effettuato 20.000 analisi[3]. Secondo le ricercatrici Silvia Canepari e Cinzia Perrino, che lo hanno diretto, lo studio ha rivelato condizioni non preoccupanti: ”I risultati sono abbastanza tranquillizzanti, l’ aria e’ buona per quanto riguarda il particolato …L’ unico dubbio riguarda le sostanze gassose volatili emesse dalle attivita’ industriali, il cui studio andrebbe approfondito”
La vicesindaca Tasso ha concluso: “Difendiamo in maniera forte questo lavoro…Conclusioni rassicuranti e spiegazione comprensibile da parte delle professoresse. Oggi tranquillizziamo i cittadini , e questo e’ il nostro ruolo pubblico”.
Detto in due parole: Il sindaco rinuncia a impugnare la sentenza del TAR che autorizza due cementifici a bruciare CSS, in base a una analisi dell’ aria di Gubbio svolta nel corso di un anno in cui era in funzione un solo cementificio che non bruciava CSS.
Con buona pace della Vicesindaca, non riteniamo che lo studio zoppo del CNR abbia escluso pericoli per la salute pubblica, e ci sentiremmo piu’ tranquilli se un simile studio fosse replicato quando entrambi i cementifici sono in funzione bruciando CSS. Vorremo anche che i dati dello studio venissero resi noti, e nuovi dati fossero raccolti non solo per le polveri sottili bensi’ anche per le altre sostanze tipiche dei processi di grande combustione, come a esempio gli Idrocarburi Policiclici Aromatici, i Solventi Organici Volatili, gli ossidi di azoto, estendendo le misure alle deposizioni a medio termine di altri composti tossici e cancerogeni, quali Diossine, PoliCloroBifenili e metalli pesanti, tutte sostanze che, secondo quanto dimostrato da numerose ricerche scientifiche, sono associate alla combustione di materiali derivati da rifiuti.
Se questa preocupazione sembra eccessiva, e’ opportuno ricordare che i rifiuti si trasformano in CSS semplicemente triturando la plastica: Ecco la semplice descrizione del processo fornita da una societa’ che lo produce (ing. Casotto, presidente della societa’ Ethan, il video dura due minuti) https://www.youtube.com/watch?v=JPxV6Pd1aWw
Un altro particolare curioso riguarda la provenienza del CSS bruciato nei cementifici eugubini. In Umbria non sono attivi impianti che compiono tale lavorazione e, nel Nuovo Piano Regionale Gestione Integrata dei Rifiuti, di oltre 100 pagine, il CSS e’ menzionato solo tre volte, e sempre in forma ipotetica.
Il Nuovo Piano (DGR 1135 del 2 novembre 2022) non prevede la trasformazione dei rifiuti in CSS ma prevede che a regime la chiusura del ciclo si raggiungerà con la realizzazione di 1 inceneritore (ancora non localizzato) e lo smaltimento dei rifiuti residui nelle 3 discariche strategiche di Belladanza, Bogogiglione, e Le Crete.
Questo pero’ significa che i cementifici bruciano CSS proveniente da altre regioni, dove questi impianti sono gia’ attivi. E’ una possibilita’ aperta ai cementifici ma, almeno a prima vista, non riguarda i rifiuti umbri. E se i cementifici non bruciano CSS importato, forse potrebbero bruciare (legalmente ?) rifiuti umbri che non sono formalmente definiti CSS.
La Vicesindaca ritiene davvero che i cittadini di Gubbio si accontenteranno di una analisi zoppa per accettare tranquillamente che i due cementifici brucino plastica tritata, contenente una significativa quantita’ di cloro, proveniente da altre regioni ? E considera assolto, con quella azione tranquillante, il ruolo pubblico del Comune a tutela della salute dei suoi amministrati ?
NOTE
[1] d.l. 31.5.2021 n. 77 (c.d. decreto Semplificazioni-bis), il quale all’art. 35 comma 3 prevede che “Gli interventi di sostituzione dei combustibili tradizionali con CSS-combustibili […] che non comportino un incremento della capacità autorizzata, non costituiscono una modifica sostanziale […] e richiedono il solo aggiornamento del titolo autorizzatorio”. Il 17.1.2023 è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale la Legge 13.1.2023, n. 6, di conversione del d.l. 18 novembre 2022, n. 176. All’art. 4-bis della legge 6/23 viene specificato che per le attività soggette al rilascio della VIA e dell’AIA, fino al 31 marzo 2024, è possibile sostituire il combustibile naturale (metano) con combustibili alternativi, compreso il combustibile solido secondario (CSS) con una procedura considerata come modifica non sostanziale. Il gestore del cementificio può dunque procedere alla sostituzione del combustibile decorsi 30 giorni dalla comunicazione ed in assenza di un provvedimento di diniego motivato da parte del sindaco rilasciato entro il medesimo termine.
[2] Le responsabilità del sindaco in materia di salute pubblica sono descritte dagli artt. 216 e 217 del r.d. 27.7.1934, n. 1265, e quelle in materia di igiene e sanità pubblica, ambientale e di incolumità e sicurezza ex artt. 50 e 54 d.lgs. 267/2000.
[3] https://www.cronacaeugubina.it/2023/05/17/studio-sulla-qualita-dellaria-a-gubbio-le-professoresse-per-i-metalli-pesanti-situazione-per-nulla-preoccupante/