allegati al piano regionale dei rifiuti: le obiezioni dei sindaci sono stralciate

a) Deliberazione della regione 24 febbraio 2021 n. Documento preliminare per l’aggiornamento del piano regionale dei rrifiuti

si trova a https://bur.regione.umbria.it    cercando  bollettino n. 16 del 10/03/2021

 

 

 

b) Autonomie Locali, seduta del 16/11/2022 (non siamo riusciti a reperire questo documento su sito della Regione)

Verbale della seduta del CAL del 16 Novembre 2022 – Allegato B
Deliberazione n. 29 del 16 Novembre 2022
Oggetto: Atto n. 1510 – Proposta di atto di programmazione regionale di iniziativa della
Giunta regionale concernente “Piano Regionale di Gestione Integrata dei
Rifiuti – PRGIR”. Parere del CAL

che contiene l’ afermazione seguente:

Risponde l’Ing. Nodessi (per la Regione) che le osservazioni di carattere escludente sono arrivate da
parte di tutti i Comuni: quindi se l’avessero dovute accogliere tutte, l’Umbria sarebbe
diventata una macchia rossa. Pertanto le osservazioni non sono state accolte in quanto
non pertinenti. Però, il fatto che ci sono delle zone bianche significa che non ci sono
motivi di particolare pregio ambientale, di particolare pregio archeologico, siti natura
2000 etc, ma non significa che si tratti effettivamente di zona idonea.

 

a seguito della riunione viene emanata la Deliberazione Consiglio Autonomie locali n. 29 del 16 novembre 2022

di cui sono riprodotte piu’ sotto le ultime righe:

Occorre ricodare che secondo la giuriprudenza consolidata

il rigetto delle osservazioni […] deve essere assistito da una motivazione che sia congrua rispetto agli elementi di fatto e di diritto posti alla base delle osservazioni stesse e che abbia tenuto presente (e ciò deve essere dimostrato) il loro apporto critico e collaborativo in comparazione con gli interessi pubblici coinvolti così che, nell’interesse reale della popolazione, sia assicurata l’adozione di soluzioni urbanistiche, oltre che legittime, anche opportune e razionali   (Cfr. C.g.a., sez. giur. 30 giugno 2011, n. 451.)

(FONTE: https://www.iusinitinere.it/le-osservazioni-e-le-opposizioni-nel-procedimento-di-pianificazione-urbanistica-17207)

Preso atto che la votazione ha fornito il seguente risultato:
Presenti: 20
Favorevoli: 10
Contrari: 9
Astenuti: 1
Esito: Il CAL approva

DELIBERA
1. di esprimere parere favorevole sull’Atto n. 1510 – Proposta di atto di programmazione regionale
di iniziativa della Giunta regionale concernente “Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti –
PRGIR” con la seguente osservazione e raccomandazione
sollevare l’AURI dalla decisione sulla localizzazione del termovalorizzatore, rimettendo in capo
alla Regione la scelta del posizionamento più idoneo;
2. di trasmettere la presente deliberazione al Presidente dell’Assemblea legislativa, all’Assessore
proponente Roberto Morroni, al Presidente della II Commisisone Consiliare, e di disporne la
pubblicazione nell’area web dedicata al CAL all’interno del sito Internet dell’Assemblea legislativa.
L’Estensore: dott.ssa Vania Bozzi Il Presidente Avv. Francesca Mele

 

Riprodotto qui sotto e’ il verbale dell’ intero punto 4 dell’ ODG : 4) Atto n. 1510 – Proposta di atto di programmazione regionale di iniziativa della Giunta regionale concernente “Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti – PRGIR”

 

 

Illustra l’atto: il dott. Nodessi Proietti Stefano, Direttore Governo del territorio, ambiente e protezione civile, con l’ausilio di slide che si allegano (Allegato 1): “Il Piano ha visto una gestazione abbastanza lunga, perché la prima delibera con la quale è stato dato avvio al percorso risale al 17 luglio 2020; nel 2021 con delibera 110 è stato approvato il programma preliminare, la delibera 600 del 15 giugno ha licenziato la proposta di piano che poi è andata in VAS. La VAS si è chiusa con 

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determinazione dirigenziale 10156 e si è chiusa con prescrizioni che sono venute per l’appunto anche da molti enti locali, di carattere urbanistico, naturalistico, idraulico sanitario, aspetti di PRGR, monitoraggio ambientale. In seguito a queste osservazioni è stato rielaborato il piano che si configura in una Relazione generale e una serie di allegati: Allegato A riferimenti normativi, Allegato B Quadro conoscitivo, Allegato C Rifiuti speciali, Allegato D Piano bonifiche, Allegato F Rapporto ambientale di VAS e Allegato G Sintesi non tecnica. Questo è il piano che dovrà quindi essere esaminato dall’Assemblea legislativa, ovviamente previa acquisizione tutti di pareri, compreso quello del CAL. I contenuti del Piano sono così organizzati: la proposta di PRGR; la coerenza con il Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti, gli Obiettivi Generali; la Governance e le Azioni Attuative.  

L’Assessorato all’Ambiente della Regione Umbria si è dato i seguenti cinque Obiettivi : 1) Raggiungimento degli obiettivi Europei e Nazionali: <10% di rifiuti urbani conferiti in discarica entro il 2035 e indice di riciclo del 65% 2) Autosufficienza regionale per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti 3) Sostenibilità ambientale 4) Sostenibilità economica 5) Sostenibilità sanitaria 

Per quanto riguarda l’Economia circolare e l’Indice di riciclo, questi sono gli step previsti:  

– almeno il 55% entro il 2025, 

– almeno il 60% entro il 2030, 

– almeno il 65% entro il 2035. 

Per quanto riguarda questo indice l’Umbria è già messa bene, perché il dato ufficiale fonte ARPA relativo all’annualità 2018 pone l’Indice di riciclo della Regione Umbria al 58%. 

Il target auspicato dalla DGR 1409 del 2018 in merito alla riduzione dei rifiuti (entro il 2026 si ipotizzava di portare 50.000 tonnellate di rifiuti in discarica con questo Trend discendente) non si sta verificando, sia a causa della pandemia, sia perché è molto difficile ridurre i rifiuti se non con azioni ordinate di vario tipo, tra cui la chiusura del ciclo. Purtroppo in Umbria non si è mai raggiunto un accordo, anche se già il precedente piano prevedeva una chiusura del ciclo tramite termovalorizzazione, ma poi lungo questa strada non ci si è mai addentrati. Si pensava al CSS, ma questa ipotesi è stata scartata, perché il CSS presuppone che le pubbliche amministrazioni si affidino al mercato, cioè occorre trovare un soggetto privato che riceve questo combustibile solido secondario: il soggetto lo riceve, gli viene conferito e gli viene anche pagato (oggi il mercato CSS conferito ad un cementificio da parte di una pubblica amministrazione prevede il pagamento intorno agli 80 € a tonnellata); quindi una P.A. lo deve produrre, lo deve portare al cementificio e in più deve pagare €80 a tonnellata, quindi capite che lo scenario CSS si è sgonfiato da solo. 

Nel 2021 sono state conferite 183.000 tonnellate negli discariche umbre a fronte di 480.00 prodotte, di cui 142.000 tonnellate (il 77%) di rifiuti urbani umbri e circa 9.000 tonnellate da altre regioni, perché per esempio la discarica di Orvieto riceve anche organico per esempio dal Viterbese; circa 13.000 tonnellate di Rifiuti speciali e circa 20.000 tonnellate di Rifiuti solidi extraurbani. Quindi il conferimento in discarica è 

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ancora molto alto e non ci permette per ora di raggiungere l’obiettivo che ci ha dato il Governo nazionale e la Comunità europea. 

Il Programma Nazionale per la Gestione dei Rifiuti (PNGR), introdotto dal Dlgs 3 settembre 2020, n.116, fissa 4 macro-obiettivi che la Regione deve raggiungere: 1) ridurre il divario di pianificazione e di dotazione impiantistica tra le diverse regioni, secondo criteri di sostenibilità, efficienza, efficacia, ed economicità per corrispondere ai principi di autosufficienza e prossimità; 2) garantire il raggiungimento degli obiettivi di prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio e recupero dei rifiuti e di riduzione dello smaltimento; 3) razionalizzare e ottimizzare il sistema impiantistico e infrastrutturale attraverso una pianificazione regionale basata sulla completa tracciabilità dei rifiuti; 4) promuovere una gestione del ciclo dei rifiuti che contribuisca in modo sostanziale al raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica. 

Gli obiettivi generali del PRGR dell’Umbria sono: 1) Ridurre la produzione dei rifiuti; 2) Minimizzare lo smaltimento in discarica (conferimento in discarica del 7% sul totale RU entro il 2030, con cinque anni di anticipo rispetto a quanto previsto dalla normativa europea e nazionale); 3) Incrementare quali-quantitativamente la raccolta differenziata al fine del raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio e recupero dei rifiuti (Indice di Riciclo al 65% entro il 2030 con cinque anni di anticipo rispetto a quanto previsto dalla normativa europea e nazionale); 4) Uniformare le modalità dei sistemi di raccolta; 5) Razionalizzare e ottimizzare il sistema impiantistico nel rispetto del principio di prossimità ed al fine del contenimento dei costi. 6) Aumentare la conoscenza e promuovere l’adozione di comportamenti consapevoli e responsabili in tema di rifiuti ed economia circolare. 

Per quanto riguarda in sintesi le previsioni del PRGR dell’Umbria, esse sono: la Riduzione del 4,4% della produzione di rifiuti da conseguire al 2035; Incremento della raccolta differenziata al 75% entro il 2035 ed il raggiungimento dell’obiettivo dell’indice di riciclo del 65% al 2030; l’Eliminazione della fase di trattamento meccanico biologico (TMB) e avvio ad incenerimento con recupero energetico del rifiuto tal quale indifferenziato e degli scarti da raccolta differenziata al 2028; il Ruolo marginale dell’utilizzo delle discariche; Smaltimento in discarica dei rifiuti non riciclabili e non recuperabili pari al 7% al 2030 e riduzione del numero delle discariche da 5 a 3 (Borgogiglione, Belladanza e Le Crete) poi, a regime, saranno operative soltanto due (Belladanza e Le Crete ). 

Per quanto riguarda la Governance, il nuovo Piano di gestione dei rifiuti ha pensato di ottimizzare l’attuale gestione spezzettata ed addivenire ad una gestione che preveda 2 grandi gestori: un gestore degli impianti ed un gestore della raccolta. Quindi non un unico gestore che fa sia raccolta che impianti, anche per metterli in una sorta di competizione, perché abbiamo visto, anche in passato, che non è il caso ci sia commistione tra chi raccoglie e chi gestisce gli impianti, perché non è buona norma. 

Il Servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani è organizzato per l’intero territorio regionale, già individuato quale Ambito territoriale ottimale ai sensi della L.R. 11/2013. Al fine di superare la frammentazione delle gestioni esistenti, si prevede la gestione unitaria: dei servizi di superficie, ovvero il servizio di raccolta e spazzamento e trasporto (fase a monte) e dei servizi di trattamento e smaltimento, ovvero la 

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realizzazione e gestione degli impianti di recupero/riciclo e smaltimento dei rifiuti (fase a valle). 

La separazione dei servizi di superficie ed impiantistici è volta ad assicurare l’ampliamento della platea degli operatori, la concorrenzialità tra gli operatori e contribuire al raggiungimento degli obiettivi di qualità della raccolta differenziata, di riciclaggio e recupero. 

La gestione del trattamento termico separata dalla gestione degli impianti di recupero/riciclo, contribuisce al raggiungimento degli obiettivi di recupero/riciclaggio che altrimenti potrebbero essere sottovalutati a vantaggio del trattamento termico. Ai sensi della l.r. 11/2009, art. 17, comma 4, la gestione del servizio di trattamento termico è separata da quella del servizio di gestione integrata. Quindi l’inceneritore ha una gestione separata. 

Il Piano prevede quindi: 1 solo gestore per i servizi di superficie, raccolta spazzamento, trasporto (attualmente sono 11 soggetti), 1 solo gestore per i servizi di trattamento e smaltimento; 1 solo gestore per il servizio di trattamento termico con recupero energetico. 

Il Piano d’Ambito individua omogenei bacini di raccolta e gli impianti/stazioni di trasferenza in relazione alle caratteristiche socio-economiche del territorio secondo criteri di efficacia, efficienza ed economicità. Si configura quindi il futuro assetto impiantistico integrato: relativo alla fase transitoria (2022-2027), in attesa cioè dell’attivazione del servizio di trattamento termico, e relativo alla fase a regime (2028- 2035), cioè con l’impianto di trattamento termico in esercizio. Quindi, finché non entra in servizio il Termovalorizzatore, è stato pensato un sistema che cambierà nel momento in cui lo stesso entrerà in funzione. 

Al fine di soddisfare il fabbisogno impiantistico, il Piano d’Ambito, ove necessario, integra la dotazione impiantistica di proprietà pubblica (impianti integrati) con impianti di proprietà privata (impianti minimi o aggiuntivi), valutando altresì l’opportunità di ulteriori trattamenti delle frazioni residuali. 

L’affidamento del servizio di incenerimento con recupero energetico riguarda la realizzazione e la gestione dell’impianto che, nel rispetto dei principi di autosufficienza e prossimità, assicura il trattamento delle seguenti frazioni di rifiuti: nel 2028 dovrebbero arrivare all’impianto di termovalorizzazione rifiuti urbani per 120.000 tonnellate che dovrebbero scendere nel 2035 a 100.000 tonnellate. Per quanto riguarda gli scarti della raccolta differenziata, sia organico che frazione secca, si prevedono 29.000 tonnellate, che potrebbero aumentare nel 2035 a 31.000 tonnellate all’aumentare della raccolta differenziata; abbiamo poi 8.000 tonnellate di fanghi di depurazione (acque reflue urbane) e 2.000 tonnellate di Rifiuti ospedalieri non pericolosi e rifiuti speciali di provenienza speciali (19.000). La capacità effettiva del servizio di incenerimento sarà limitata a 160.000 t/anno di rifiuto trattato, e l’affidamento della gestione dell’impianto non dovrà garantire al gestore quantitativi minimi di rifiuti da trattare. All’impianto possono essere conferiti RS di provenienza regionale in relazione alla saturazione della potenzialità, svolgendo così anche un potenziale servizio per la compagine produttiva regionale. Stiamo parlando di un inceneritore di ultima generazione che emette 6 microgrammi di diossina all’anno. 

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Per quanto riguarda la tariffazione del servizio, AURI adotta il sistema di tariffazione del servizio in applicazione del Metodo Tariffario ARERA per l’intero territorio regionale, prevedendo la progressiva uniformazione delle tariffe dei servizi erogati per l’intero territorio regionale; prevede l’entità dell’indennità dovuta al Comune sede di impianto per la gestione dei rifiuti nel rispetto degli importi unitari minimi e massimi di seguito determinati in virtù art. 41, comma 2, L.r. 11/2009: 

– Discariche: da 5 a 10 €/tonn. 

– Incenerimento con recupero di energia: da 4 a 8 €/tonn. 

– Trattamento della Frazione Organica: da 3 a 5 €/tonn. 

– Trattamento Meccanico Biologico: da 1 a 3 €/tonn. 

La Regione e l’AURI promuovono l’adozione di sistemi di tariffazione puntuale anche con meccanismi incentivanti, in particolare nelle aree in cui la RD risulta inferiore al 50%.  

Si prevede che AURI avvii, entro quattro mesi dall’approvazione del presente PRGR, tramite avviso pubblico di manifestazione di interesse, la procedura per la progettazione, realizzazione e gestione dell’impianto di incenerimento con recupero energetico; affidi la realizzazione dell’impianto entro diciotto mesi dall’approvazione del presente PRGR. La realizzazione dell’impianto dovrà avvenire entro trenta mesi dall’affidamento dei lavori. Dalla data di messa in esercizio dell’inceneritore (2028) è interrotto il conferimento in discarica dei rifiuti derivanti dal ciclo di gestione dei rifiuti urbani che sono previsti essere recuperati dal punto di vista energetico. 

Inoltre AURI nel Piano d’Ambito valuta, ove necessario, l’eventuale necessità di nuova impiantistica di proprietà pubblica e le integrazioni della dotazione impiantistica di proprietà pubblica (impianti integrati) con impianti di proprietà privata (impianti minimi o aggiuntivi); prevede la cessazione dell’attività di selezione/trattamento meccanico – biologico (TMB) presso gli impianti di Belladanza, Ponte Rio, Casone, Maratta, Le Crete e Pietramelina successivamente all’entrata in esercizio del termovalorizzatore prevista per gennaio 2028. Individua le modalità di disattivazione degli impianti TMB, la trasformazione tecnologica conseguente e l’ottimizzazione di tali dotazioni. L’affidamento dei servizi di gestione da parte di AURI dovrà comprendere esclusivamente l’impiantistica funzionale all’attuazione del PRGR.  

I costi di gestione degli impianti verranno comunque riconosciuti agli attuali gestori fino al termine del periodo di effettivo utilizzo degli impianti.  

La tavola n. 1 del Piano, inerente Le Aree non idonee alla realizzazione di impianti di termovalorizzazione, è quella che ha fatto più discutere: il piano non dice dove deve essere fatto l’Impianto di termovalorizzazione, ma dove non deve essere fatto, escludendo tutte le aree vincolate, del FAI, di assetto idrogeologico, etc, la somma di questi tematismi ha portato a creare la piantina.” 

 

Terminata l’illustrazione il dott. Nodessi rimane a disposizione di chiarimenti. 

Chiede di intervenire il Sindaco di Corciano Cristian Betti per dire che è chiaro che la tematica dei rifiuti è sostanzialmente una di quelle maggiormente complicate da affrontare e maggiormente delicate per tutta una serie di questioni, per impatti ambientali, per impatti economici, per impegni delle pubbliche amministrazioni, per 

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rapporti con soggetti privati, quindi davvero una questione molto delicata e molto difficile e che crea anche molte tensioni nelle comunità locali, soprattutto quelle sede di impiantistica, in particolar modo quelle dove possono sorgere termovalorizzatori o altri sistemi di combustione. Nonostante sia una questione delicata è chiaro che è una questione che va affrontata e devono essere prese delle decisioni e delle linee di indirizzo. È un piano che in qualche modo ricalca anche molte delle linee programmatiche dell’ultimo piano del 2009, con alcune modifiche anche sostanziali, ma l’impronta è quella del piano 2009 che poi sostanzialmente è rimasto inattuato in larga parte. Nel suo intervento vorrebbe concentrarsi su alcune criticità, che sono state condivise con molti Sindaci negli incontri che ci sono stati, cercando di discutere anche con gli amministratori locali l’impostazione di un piano che avrà un impatto significativo sui territori. Riprende anche quelle che sono le perplessità di due voci molto autorevoli in questo campo, perché rappresentano i massimi vertici dell’autorità regionale che si occupa dei rifiuti, e cioè AURI e i rilievi che sono stati fatti dal Presidente Ruggiano e dal Vicepresidente Chiodini in Regione alla presenza dell’Assessore Morroni, ma anche in occasione dell’ultima assemblea che c’è stata in AURI, ovvero il fatto di tendere a deresponsabilizzare da una parte la Regione, scaricando le responsabilità su AURI che ricordiamo è la casa dei Comuni e quindi mettendo in difficoltà i Comuni, in competizione e in contrasto tra loro, che è una scelta che andrebbe assolutamente evitata. Per quanto riguarda l’individuazione delle zone non idonee, oltre alla vincolistica ci sono altre questioni, anche immateriali, che possono rendere una zona più o meno idonea ad ospitare impianti. L’altro rischio è quello che un privato che ha disposizione un terreno, possa presentarsi ad una manifestazione di interesse, ad insaputa del Comune stesso. Questa è un’altra delle perplessità espresse dal presidente Ruggiano. 

Altra questione è questa incidenza enorme sull’Autority che andrebbe rivista; nel lavoro del Comitato tecnico-scientifico ci sono state anche alcune riflessioni sulla presenza, sull’utilizzo e sull’impatto del CSS nella nostra Regione (ci si riferisce soprattutto a quello combustibile di Gubbio) che produce una elevata quantità di scarti, che poi vanno nelle nostre discariche. Quindi il rischio è quello di trovarsi un termovalorizzatore e un CSS, con un carico ambientale indubbiamente elevato. 

Ci sono poi delle questioni che riguardano la gestione: è stato corretto dividere tra la gestione dell’eventuale termovalorizzatore da quella quotidiana degli spazzamenti, della raccolta dei rifiuti, divisione che c’era già nel 2009, per il semplice e importantissimo motivo che un’eventuale gestore di un termovalorizzatore potrebbe avere la necessità di bruciare il più possibile per avere chiaramente un rendimento migliore. Mentre solleva alcuni dubbi la divisione della gestione raccolta/spazzamenti da quella delle eventuali discariche ancillari al termovalorizzatore. Questo nell’ottica di una gestione integrata e per evitare problemi di coordinamento, che potrebbero comportare veramente una difficoltà enorme di coordinamento, che in un’ottica di semplificazione dovrebbe essere invece evitata. Quindi sicuramente questi sono aspetti che possono sembrare marginali in un piano così importante e impattante come quello dei rifiuti, ma invece sono assolutamente fondanti. 

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Chiede di intervenire il Sindaco di Castiglione del Lago Matteo Burico, facendo una piccola premessa. Non può criticare il piano, perché obiettivamente c’è bisogno di chiudere il ciclo dei rifiuti, ci vogliono anche scelte coraggiose che in parte sono state fatte, come quella di immaginare una raccolta differenziata al 75%, o quella di ridurre i tempi per l’adozione del Piano e fare in modo che prima possibile l’Umbria possa diventare indipendente. Fa però prima una riflessione politica: come Comune si è passati in un anno e mezzo dal 55% di raccolta differenziata all’obiettivo del 75%, che poi ha comportato un vantaggio per i cittadini che non hanno avuto incrementi importanti sulla Tari come altri Comuni. Dopodiché il Sindaco fa un focus sul suo territorio e guardando la cartina delle zone potenzialmente non escluse, vede che Castiglione del Lago è tra le zone possibili e questa cosa ovviamente ha generato preoccupazione nella comunità e nei comitati che sono presenti sul territorio, e che sono anche intervenuti in Conferenza dei servizi. Ritiene che non sono state prese in considerazione alcune cose, per esempio il fatto che vicino a Castiglione del Lago non c’è solo il Trasimeno ma c’è anche il lago di Chiusi, c’è tutta la fascia collinare verso Chiusi e Montepulciano che in questo momento è bianca in quella cartina. Naturalmente ognuno difende il proprio territorio ma, pur non trattandosi di una questione di carattere regionale, è importante ricordare che ci sono vincoli che diventano assolutamente limiti: non si può andare a fare una manutenzione del Trasimeno con mezzi gommati perché ci sono ZTS, SIC, Natura 2000, Parco del Trasimeno, problemi di viabilità importantissima, Castiglione del lago è un Comune di confine, e quindi pensare ad un termovalorizzatore nella fascia collinare, non per il potenziale inquinamento che sarà sicuramente basso, perché le tecnologie saranno innovative, ma bisogna pensare anche ai trasporti che inciderebbero in una zona che già ha tanti problemi di comunicazione e che vive di turismo.  

Chiede di intervenire il Sindaco Lungarotti, per esprimere due considerazioni. La prima riguarda l’importanza di separare chi gestisce la raccolta da chi gestisce il recupero e lo smaltimento, perché per quanto riguarda la valutazione effettuata dall’amministrazione di Bastia Umbra a seguito anche di una di una attenta analisi da parte del Vicesindaco Francesco Fratellini, un esperto sul piano della raccolta dei rifiuti, che da anni sta lavorando tenacemente su questo versante, si sottolinea proprio la necessità di dover dividere gli ambiti, perché la commistione tra queste due funzioni sta alla base di una mancata ottimizzazione della raccolta dei rifiuti, almeno da quello che il Comune ha verificato e valutato. L’altro aspetto è quello di uniformare la gestione dei rifiuti, che certamente è determinante per l’Umbria. Per quanto riguarda l’amministrazione di Bastia Umbra che tanti anni fa aveva provato a ragionare anche su questo versante, si sottolinea la positività della realizzazione del termovalorizzatore, certo con l’attenzione alla sua localizzazione. Però certamente è necessario vista la necessità oramai di mitigare i disagi ambientali e la possibilità quindi di contenere i costi verso maggior benefici. 

Chiede di intervenire il Sindaco di Città di Castello Luca Secondi, che agganciandosi agli ultimi interventi relativi all’uniformità della gestione dei rifiuti, un tema 

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sicuramente importante perché non solo sul dimensionamento dell’erogazione del servizio, ma soprattutto sulla modalità dell’impiantistica a disposizione del territorio Umbro c’è necessità di una messa a regime in maniera organica, perché ogni territorio nel tempo ha sviluppato la ricerca di una sua autonomia; ovviamente questa dimensione deve essere ora guardata in una prospettiva di AURI, quindi di sistema regionale. Quindi il ragionamento va ricalibrato anche dal punto di vista dell’impiantistica a disposizione e su questo vede che ancora permangono delle difficoltà. Città di Castello è una realtà dove da sempre l’ impiantistica della discarica è stata uno dei terminali del sistema regionale dei rifiuti. Nella programmazione si prevede che continui ad esserlo e in questo sistema la sua capacità di protagonismo è collegata alla realizzazione di altre tipologie di impiantistica. Il tema della termovalorizzazione sicuramente non è secondario rispetto a questa prospettiva di protagonismo del ruolo delle discariche all’interno del piano dei rifiuti. I territori che sono coinvolti in questo ragionamento sono Città di Castello e Orvieto, che in proiezione sono le due impiantistiche di discarica che rimarranno attive ed hanno avuto appunto una procedura di ampliamento, come l’ha avuta quella di Città di Castello. Quello che auspica è un atteggiamento uniforme e di solidarietà regionale di tutti i territori, di superamento di egoismi territoriali. Il piano dei rifiuti perfetto non esisterà mai, può essere eventualmente perfettibile, però molto dipende dall’atteggiamento di tutti, amministratori locali compresi e i soggetti che poi vanno ad operarci.  

Chiede di intervenire l’Assessore di Perugia Otello Numerini, per una piccola riflessione prima di lasciare la seduta per una concomitante riunione. Si riaggancia al Sindaco Secondi per dire che su tematiche così importanti e così delicate ci deve essere un assunzione di responsabilità collettiva e anche di generosità collettiva nell’affrontare insieme le questioni, cercando ognuno di mettere qualcosa sul tavolo. Il Piano è sicuramente un piano ambizioso e va riconosciuto alla Regione di aver finalmente impresso in maniera decisiva una rotta con degli obiettivi sicuramente alti da raggiungere e su questo c’è l’impegno di tutti a lavorare in tal senso. Condivide ciò che è stato detto in tema di localizzazione ed esprime perplessità circa il fatto di delegare in qualche maniera ad AURI la scelta della localizzazione: su questo una riflessione insieme andrebbe fatta perché AURI è il luogo dove si confrontano i sindaci, i sindaci rappresentano città, ognuna con le proprie esigenze, i propri bisogni, i propri desiderata; l’Umbria è regione di tanti campanili e quindi AURI su questo dovrebbe essere aiutata e un po’ anche alleggerita da questo compito, perché altrimenti questo è un elemento potrebbe presentare in futuro delle difficoltà. 

Chiede di intervenire il Sindaco Gareggia per dire che il piano, come ogni previsione e ogni documento di programmazione è perfettibile; il processo di partecipazione che è stato seguito ha contribuito sicuramente ad affinare, a migliorare le questioni che rimanevano un po’ più indigeste. I Sindaci rappresentano i Comuni e quindi chiaramente tutelano i propri territori, però non va dimenticato il dato positivo che finalmente c’è un piano regionale sui rifiuti. La mancanza di aggiornamento di questo documento così importante ha generato una serie di criticità e problematiche che poi sono andate a finire 

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direttamente nelle tasche dei cittadini, oltre che sull’ambiente. Questo dà al sindaco l’occasione intanto di ringraziare i sindaci e i territori e le comunità che in Umbria hanno ospitato e stanno ospitando gli impianti, perché chiaramente alla luce di quel criterio di solidarietà che si diceva, questa solidarietà è stata dimostrata dai Comuni sede di impianti, a volte anche subendo delle scelte o delle decisioni; senza il loro contributo probabilmente ci si troverebbe in condizioni ancora peggiori. L’altro lato positivo è che si tratta di un piano regionale dei rifiuti senza ambiguità, nel senso che c’è una filosofia di fondo molto chiara, ci sono delle decisioni coraggiose, decisioni che servono per superare tutti quei problemi dei quali i sindaci si sono lamentati a più riprese. Il tempo ci dirà se questo piano produrrà i risultati sperati; il passato ci dice sicuramente che l’assenza di un piano e l’assenza dell’aggiornamento del piano ha causato una situazione che vede nel bilancio la spesa per i rifiuti seconda per la gestione soltanto alla spesa per il personale. Crede quindi che le scelte che sono state adottate e gli obiettivi anche ambiziosi che ci si è posti, agiranno positivamente sia su questo fronte, ma anche sul fronte di un rispetto dell’ambiente e delle nostre comunità che ormai era dovuto e non più rinviabile. Anticipa il suo voto favorevole per questi aspetti positivi, che non solo gli unici, ma che ha voluto sottolineare. 

La Presidente Mele interviene per esprimere la sua valutazione positiva sul piano, anticipando anche il punto di vista che esprimerà durante la sua discussione al CAL. Da parte sua c’è apprezzamento per questo atto di programmazione. Come amministratori si era in difficoltà in mancanza di un piano serio adeguato, significativo, tempestivo, ormai non aggiornato da decenni; quindi come ha osservato il Sindaco Gareggia ogni intervento è assolutamente perfettibile, però va certamente sottolineato il lavoro fatto dagli uffici in un’ottica di risoluzione di quella che per tutti gli enti locali è divenuta oramai un’emergenza. Evidenzia anche il fatto che purtroppo il volere ragionare escludendo il proprio territorio dalle zone considerate idonee e procedendo invece e tempestivamente all’individuazione di una serie di interventi che sono non più procrastinabili ne rinviabili, è un’ottica da cui non ci si può più discostare. Non è mettendo la polvere sotto il tappeto, come è stato fatto negli anni scorsi, che si può pensare di risolvere l’emergenza rifiuti (pena il ritrovarsi letteralmente sommersi) quanto prima possibile e anche l’aspetto economico legato alla costosità di dover ricorrere ad interventi emergenziali, come purtroppo è stato fatto finora, in assenza di un piano regionale dei rifiuti, non è più una soluzione percorribile. La differenziata deve poter concretamente concludere il suo circolo virtuoso e deve rappresentare alla fine per i cittadini, un vero vantaggio per i cittadini che differenziano, ossia una risposta significativa al problema rifiuti. E se questo presuppone la responsabilità di assumersi scelte impopolari ma necessarie, crede che come Amministratori ci si debba muovere in questa direzione. Occorre considerare – in un’ottica e in una valutazione moderna – quello che finora è stato considerato solo un problema, cioè il rifiuto, e farlo diventare invece una vera risorsa, e crede che questo non sia solo il suo punto di vista ma anche quello di altri. 

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Chiede di Intervenire il Sindaco di Stroncone Giusppe Malvetani per avere una delucidazione circa l’accoglimento dei rilievi mandati dall’ufficio tecnico, in quanto il Comune di Stroncone nella tabella delle aree idonee appare come una piccola area bianca interclusa tra due grandi aree rosse e cioè il comune di Terni e il comune di Narni. Quindi voleva capire se sono state analizzate le osservazioni e sono state recepite o meno, oppure se questo avverrà in un secondo momento. 

Risponde l’Ing. Nodessi che le osservazioni di carattere escludente sono arrivate da parte di tutti i Comuni: quindi se l’avessero dovute accogliere tutte, l’Umbria sarebbe diventata una macchia rossa. Pertanto le osservazioni non sono state accolte in quanto non pertinenti. Però, il fatto che ci sono delle zone bianche significa che non ci sono motivi di particolare pregio ambientale, di particolare pregio archeologico, siti natura 2000 etc, ma non significa che si tratti effettivamente di zona idonea. Nel piano, oltre alle aree idonee e non idonee, sono indicate anche una serie di ulteriori prescrizioni: tra le aree idonee verranno privilegiate aree industriali dismesse, verrà disincentivata la vicinanza con siti paesaggistici, e tutta una serie dei criteri di cui AURI dovrà tener conto nel bando. La priorità è per le aree industriali dismesse, perché consentirebbero trigenerazioni: azione di incenerimento, energia elettrica, teleriscaldamento. 

Chiede di intervenire il Consigliere Davide Fantauzzi della Provincia di Perugia per motivare ulteriormente il parere negativo al piano. Ritiene infatti che per valorizzare i rifiuti come risorsa occorre andare nella direzione di recuperare materie seconde dai rifiuti e non incenerire i rifiuti stessi. Anche in questo momento particolare storico si vede come il recupero di alcune materie può diventare estremamente vantaggioso economicamente, soprattutto per diminuire la carenza delle materie stesse che si andranno a recuperare. Pur non volendo entrare nel discorso sulla componente inquinante del termovalorizzatore, trova abbastanza singolare il fatto che l’ingegner Nodessi motivi l’esclusione del territorio ternano in quanto zona altamente inquinata, perché questa affermazione presupporrebbe un potere inquinante dell’inceneritore stesso, che invece è stato negato poc’anzi. Per quanto le nuove tecnologie possono essere sicuramente migliorate, non si può assolutamente dire che l’incenerimento non produca ulteriore inquinamento. Poi c’è anche la questione estremamente importante: e cioè il fatto che il termovalorizzatore può diventare una scorciatoia per chiudere in maniera facile il problema dei rifiuti e quindi andare a lanciare un messaggio ai cittadini che in questi anni si stanno impegnando in una logica di differenziamento, di recupero, di riciclo, scoraggiando certi comportamenti virtuosi da parte degli stessi. Infine andrebbe fatto tutto il discorso per gli impianti di TNB, che ovviamente non verranno più utilizzati, che costituiscono soldi inutilmente buttati, perché ovviamente dai TNB ci sarebbe un ulteriore recupero di materie da riutilizzare e quindi una minore produzione di rifiuti. Quindi si va in una direzione verso la quale non si dovrebbe andare, mentre occorrerebbe spingere invece in una direzione in cui bisogna riciclare di più, differenziare di più, riutilizzare di più e ridurre al minimo quella parte che inevitabilmente andrà in discarica, per rendere sempre più il rifiuto come concetto di 

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valore che può tornare con comportamenti virtuosi, senza scorciatoie che facciano tornare indietro rispetto alle azioni di fatica e impegno messe in atto dai cittadini. 

Chiede di intervenire Giovanni Rubini Assessore del Comune di Narni che si rifà alle considerazioni già espresse dai Sindaci Betti e Burico; ritiene che sarebbe stato più utile individuare prima l’area, per non far decidere all’interno di AURI. Sugli aspetti positivi si riallaccia a quanto detto dal Sindaco Betti, senza ripetersi, mentre vuole segnalare alcune carenze, come appunto quella della mancata localizzazione dell’impianti che invece avrebbero potuto essere oggetto di uno specifico allineamento e analisi dell’area, del sottosuolo, della fauna, delle ricadute sui cittadini; anche rispetto all’individuazione in un’area dismessa si sarebbe potuto analizzare l’eventuale effetto cumulo, facendo un ragionamento organico, prevedendo anche specifiche sanzioni oltre alle compensazioni.  Oltre questo è la visione d’insieme che manca, una sinergia per esempio rispetto al piano regionale della qualità dell’aria. 

Chiede di intervenire il Sindaco Landrini unendosi alle parole dette dal collega Betti e in ultimo dal consigliere Fantauzzi. Aggiunge solo due piccole cose: risottolinea la necessità indispensabile, proprio in virtù degli ultimi eventi, criticità, emergenze e trasformazioni e percorsi di transizione ecologica e ambientale, di incidere in maniera significativa nel discorso dell’indifferenziata; su questo è stato già detto dal Consigliere Fantauzzi il discorso del TNB su cui c’era già una certa programmazione che è stata disattesa. L’altro aspetto è quello del gestore e quindi AURI unico gestore pubblico in senso generale e gestore poi da un punto di vista operativo nelle forme e dei modi. A riguardo vorrebbe sottolineare un’attenzione a tematiche quali l’acqua bene pubblico, ma anche i rifiuti, in una Regione come l’Umbria, sono bene pubblico, per evitare che quello che è oro il primo giorno possa diventare materiale di rifiuto totale e di problemi successivamente. Quindi conclude con un appello al valore dei servizi pubblici di cui i Comuni devono farsi carico portandoli avanti con efficacia, efficienza e determinazione. 

Non essendoci ulteriori interventi alle ore 12.11 viene posto in votazione il parere favorevole sull’Atto n. 1510 – Proposta di atto di programmazione regionale di iniziativa della Giunta regionale concernente “Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti – PRGIR” con la seguente osservazione e raccomandazione: 

– sollevare l’AURI dalla decisione sulla localizzazione del termovalorizzatore, rimettendo in capo alla Regione la scelta del posizionamento più idoneo; 

La votazione fornisce il seguente risultato: 

Presenti: 20 

Favorevoli: 10 

Contrari: 9 

Astenuti: 1 

Esito: Il CAL approva