Avviso di arresto per appalto rifiuti in Alto Tevere

Avviso di arresto per appalto dei rifiuti in Alto Tevere

19 Settembre 2024 di   Alberto Barelli

 

Un’inchiesta lunga due anni per un primato che sta segnando una pagina nera nella storia della Sogepu, la società pubblica umbra operante nel settore dei rifiuti: quello del primo caso di avviso di arresto emesso in Italia. Il provvedimento richiesto dal pm Paolo Abbriti nei confronti dell’ex amministratore unico dell’azienda Cristian Goracci unitamente all’amministratore di Ece Antonio Granieri e all’imprenditore Massimiliano Nebbiai passerà alla storia giuridica come l’esordio della nuova misura introdotta dalla legge Nordio, entrata in vigore appena nel luglio scorso. Non proprio un bel fiore all’occhiello per l’Umbria. Ma, all’indomani della clamorosa conclusione delle indagini preliminari da parte della Procura di Perugia comunicata nei giorni scorsi agli indagati dal giudice per le indagini preliminari Natalia Giubilei, il mondo politico si interroga sulle conseguenze di una vicenda destinata a lasciare un segno pesante come un macigno. Parlare di Sogepu significa rapportarsi a una realtà che, superati i confini del comprensorio tifernate, dove è stata fondata quaranta anni fa, è arrivata a fare la parte da leone a livello regionale nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti (l’appalto finito nell’occhio della magistratura riguarda la gestione del servizio in 14 comuni) ed estendendo l’attività in tanti altri comparti, come la gestione del verde e degli impianti sportivi. A rendere bene l’idea dell’entità della cosa sono le cifre da capogiro che emergono dall’inchiesta: 750mila euro di tangente, secondo quanto calcolato dal pool di inquirenti guidato dal procuratore Raffaele Cantone, contestati a fronte di un appalto di 315 milioni. A tanto ammonta il servizio assegnato alla Sogeco, società di cui Goracci è direttore generale, e costituita a suo tempo da Ece, azienda privata che ha il 51% delle quote e dalla Sogepu, che detiene il 49%. Un assetto che fu aspramente criticato dall’opposizione di sinistra, unitamente alla decisione di prevedere la carica di amministrazione unico e con pieni poteri, mentre non una voce si alzò dal centrodestra. Ed oggi di queste decisioni si chiede agli amministratori di rendere conto.

Parlare di Sogepu, questo infatti è il punto centrale, significa soprattutto parlare dei suoi strettissimi rapporti con la macchina amministrativa, trattandosi di una società pubblica che ha quale socio di maggioranza il Comune di Città di Castello, detentore di ben il 91% delle azioni, e con le restanti quote divise tra altri sei comuni. Il primo a trovarsi sulla graticola è ora il sindaco tifernate Luca Secondi, chiamato a rendere conto della vicenda per i suoi risvolti politici in consiglio comunale dalle opposizioni, del resto da sempre agguerrite nel tenere aperti i riflettori sulla difficilissima situazione economica della società. Se per i giudici qualcuno ha messo in tasca le belle cifre di cui si legge nelle indagini, nonostante gli appalti milionari gestiti nel corso di quasi mezzo secolo il bilancio è in rosso, con debiti verso le banche e i fornitori calcolati in venti milioni. Quest’ultima tegola getta ancora di più nella preoccupazione i centosettanta dipendenti, tanto per dare un altro numero che fa comprendere il peso di Sogepu anche dal punto di vista occupazionale. L’avvio delle indagini risale al 2023, quando clamore aveva suscitato la notizia delle perquisizioni negli uffici della società effettuate dalla Guardia di finanza. Forse gli stessi vertici non si attendevano un esito così pesante. Possiamo dire che micropolis sia stato invece profetico, per esempio quando diversi lustri fa scrisse che l’accordo sottoscritto con il Comune di Perugia per il trattamento dei rifiuti avrebbe gelato il futuro dell’azienda. Contro quell’accordo si dimise dalla presidenza della società Vincenzo Bucci, denunciando la deriva imposta dalla stessa classe politica che dopo pochi anni avrebbe consegnato la regione alla destra. Ma i nodi continuano a venire al pettine, e la vicenda giudiziaria che è appena all’inizio impone che si continui sulla strada del rinnovamento e della rottura con la vecchia politica avviata con l’esperienza che ha portato sulla poltrona di sindaco di Perugia Vittoria Ferdinandi.

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