A proposito della riunione sul clima in corso a Baku, Cristine Lagarde, governatrice della Banca Centrale Europea ha scritto un articolo per il Financial Times, dove tra l’altro dice:
Affrontare le crisi climatiche e naturali richiede investimenti urgenti in tre aree: mitigazione dei cambiamenti climatici, adattamento e soccorso in caso di disastri. In altre parole, dobbiamo contenere il più possibile i cambiamenti climatici, prepararci a ciò che non possiamo evitare e aiutare coloro che sono più colpiti. (…)
Il cambiamento climatico e il degrado della natura sono minacce per le nostre economie. Per questo la Banca Centrale Europea e le altre banche centrali ne tengono conto quando lavorano per mantenere i prezzi stabili, le banche solide e il sistema finanziario sicuro. (…)
Al polo opposto, il futuro presidente degli Stati Uniti ha dichiarato a piu’ riprese che gli USA usciranno dall’ accordo di Parigi. L’accordo prescrive la riduzione nell’ impiego di combustibili fossili come condizione per mantenere la crescita del riscaldamento globale entro 2 gradi centigradi. La posizione di Trump non stupisce, dato che le compagnie petrolifere americane sono tra i piu’ importanti finanziatori della sua campagna.
Il presidente della Russia Putin sta gia’ dimostrando di essere piu’ furbo di Trump: Boris Titov, rappresentante speciale di Putin per la cooperazione internazionale in materia di sostenibilità, ha dichiarato al Financial Times di essere “sicuro che non sia” la mossa giusta per Paesi come l’Argentina e gli Stati Uniti lasciare l’accordo di Parigi.
La Cina non e’ da meno: Liu Zhenmin, inviato del governo Cinese per il clima, ha dichiarato di sperare che “la cooperazione sull’azione globale per il clima continuerà ad essere rafforzata” anche durante la seconda presidenza Trump.
In una singolare inversione di ruoli, i governi Cinese e Russo si apprestano a diventare i bravi ragazzi della piazza mondiale, scalzando quel poco che restava del “primato morale” degli USA.
Tuttavia la partita tra oriente e occidente si gioca ancora una volta sulla pelle dei paesi poveri . Nel suo articolo Lagarde ha scritto anche:
Secondo Swiss Re (la piu’ grossa compagnia di ri-assicurazione) solo il 38% del totale di 280 miliardi di dollari di perdite economiche globali nel 2023 (dovute a eventi climatici catastrofici) è stato assicurato, e la maggior parte è concentrata nel mondo industrializzato.
Così mentre il nuovo presidente del’ Argentina e il futuro presidente degli USA si apprestano a denunciare gli accordi di Parigi, i despoti orientali si pavoneggiano nel mantello della rispettabilita’ climatica. In questo gioco delle parti non sfugge l’ ironia che in Cina funzionano 1200 centrali elettriche a carbone e che la bilancia commerciale Russa sta in piedi solo grazie alle esportazioni di gas e petrolio.