
In Umbria i rifiuti come combustibile. Il caso dei Cementifici di Gubbio
Le associazioni hanno presentato un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica

Le associazioni hanno presentato un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica

Quattro associazioni hanno realizzato un dossier depositato il 6 giugno in Commissione Ambiente della Camera

Non più confinata nel perimetro del Salento, ora la questione di sposta in Parlamento. Il caso Colacem approda infatti in Commissione

EMERGENZA SANITARIA- le associazioni dei cittadini hanno raccolto dati e segnalazioni su tre cementifici a Galatina (Lecce), Sesto Campano (Isernia), Gubbio (Perugia). Preoccupa l’aumento dei tumori e la concentrazione di diossina.

INQUINAMENTO - Due cementerie sono state autorizzate a bruciare 100mila tonnellate l'anno di Css senza che fosse rilasciata la Valutazione di impatto ambientale e senza una valutazione degli effetti cumulativi dei due impianti sulla salute dei cittadini. Che avevano già scritto al presidente Mattarella

La CIA Umbria esprime preoccupazione per le 50mila tonnellate l’anno di Combustibile solido secondario (Css), ottenuto dal trattamento dei rifiuti, che potrà essere bruciato come co-combustibile in ognuna delle due cementerie di Gubbio. Si unisce alla richiesta già avanzata dal sindaco di Gubbio alla Regione Umbria, di una necessaria e improrogabile Valutazione di impatto ambientale, nella convinzione che sia il modo corretto di procedere per tutelare le aziende agricole territoriali ed evitare il rischio di eventuali danni e ricadute negative non solo per le produzioni agricole locali, ma per l’intero settore agroalimentare, compreso il turismo.

Dal Blog del Fatto Quotidiano, Ambiente & Veleni
articolo di Maurizio Malo
4 Marzo 2022

Articolo di Sam Spade pubblicato su Micropolis
Gennaio 2022

Comunicato stampa del Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero.
21 Gennaio 2022