Glossario

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Antropocene 

s. m. L’epoca geologica attuale, in cui l’ambiente terrestre, nell’insieme delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche, viene fortemente condizionato su scala sia locale sia globale dagli effetti dell’azione umana, con particolare riferimento all’aumento delle concentrazioni di CO2 e CH4 nell’atmosfera. Da molti anni geologi, esperti in stratigrafia, scienziati, climatologi, discutono su quale sia la data in cui l’Olocene, iniziato 11 mila anni fa, si sia concluso.  Il termine Antropocene venne coniato già nel 2000 dal chimico olandese premio Nobel Paul Crutzen, mentre la data-simbolo del 16 luglio 1945 è frutto di una ricerca compiuta da un gruppo internazionale di studiosi facenti parte dell’Anthropocene Working Group (Awg). (Eva Perasso, Corriere della sera.it, 21 gennaio 2015, Scienze) [tit.] Antropocene, i 7 segni di una nuova era geologica. Sette eredità scomode che stiamo lasciando sul pianeta. Sette prove preoccupanti dell’inizio di un / nuovo corso della storia della Terra, condizionato – in negativo – dall’uomo. (Focus.it, 12 gennaio 2016, Ambiente). Composto dal gr. ἄνϑρωπος (‘uomo’) con l’aggiunta del secondo elemento –cene. Termine che traduce l’ingl.A nthropocene,  divulgato dal premio Nobel per la chimica atmosferica Paul J. Crutzen.(Dizionario Treccani)

Covid-19

La sindrome respiratoria acuta grave Coronavirus-2 (SARS-CoV-2) è il nome dato al nuovo coronavirus del 2019. COVID-19 è il nome dato alla malattia associata al virus. SARS-CoV-2 è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente identificato nell’uomo. I coronavirus sono virus che circolano tra gli animali e alcuni di essi infettano anche l’uomo. I pipistrelli sono considerati ospiti naturali di questi virus, ma anche molte altre specie di animali sono considerate fonti. Ad esempio, il Coronavirus della sindrome respiratoria del Medio Orientale (MERS-CoV) viene trasmesso all’uomo dai cammelli e la sindrome respiratoria acuta grave Coronavirus-1 (SARS-CoV-1) viene trasmesso all’uomo dallo zibetto. (www. salute.gov.it – Ministero della Salute).

Economia Circolare

Si basa su un cambio di paradigma fondamentale. Sistema economico e sistema ecologico non si trovano, come nell’analisi economica tradizionale, su uno stesso piano, dove si scambiano risorse naturali, fattori di produzione, beni e servizi economici, scarti e rifiuti. Emerge, infatti, la necessità di analizzare il sistema economico globale come un sistema chiuso, in cui l’economia e l’ambiente non sono caratterizzati da correlazioni lineari, ma da una relazione circolare: il sistema economico si trova all’interno di un più ampio sistema ecologico e, pur usufruendo delle sue risorse naturali e dei suoi servizi ecosistemici, deve rispettarne regole di funzionamento e limiti fisici, biologici e climatici. A differenza del sistema definito lineare, che parte dalla materia e arriva al rifiuto, l’economia circolare è un’economia in cui i prodotti di oggi sono le risorse di domani, in cui il valore dei materiali viene il più possibile mantenuto o recuperato, in cui c’è una minimizzazione degli scarti e degli impatti sull’ambiente. La transizione verso un’economia circolare richiede un cambiamento culturale e strutturale: una profonda revisione e innovazione dei modelli di produzione, distribuzione, consumo sono i cardini di questo cambiamento, con l’abbandono dell’economia lineare, il superamento dell’economia del riciclo e l’approdo all’economia circolare, passando per nuovi modelli di business e trasformazione dei rifiuti in risorse ad alto valore aggiunto.

Cosa è l’economia circolare. Nell’economia circolare il valore dei prodotti, delle materie prime e delle risorse si mantiene lungo il loro di ciclo di vita il più a lungo possibile. Gli scarti e gli sprechi sono ridotti al massimo. La transizione verso un’economia efficiente nell’uso delle risorse, a basse emissioni di carbonio e resiliente ai cambiamenti climatici, costituisce oggi la più importante sfida a livello mondiale per raggiungere una crescita sostenibile ed inclusiva. Con una popolazione mondiale di più di 9 miliardi di persone prevista per il 2050 e la rapida crescita economica dei paesi in via di sviluppo, la domanda di risorse naturali, in particolare di materie prime, continuerà a crescere. Tale tendenza determinerà anche un aumento degli impatti ambientali e climatici qualora non si adottino politiche e misure per un uso più efficiente delle risorse. La diffusione di un nuovo modello “circolare” di produzione e consumo costituisce un elemento di importanza strategica per raggiungere gli obiettivi globali di sostenibilità e rappresenta al contempo un fattore per rilanciare la competitività.

Ministero della Transizione Ecologica

Beni comuni, a livello internazionale, la teoria della gestione collettiva dei beni comuni è stata elaborata da Elinor Ostrom, politologa statunitense e Premio Nobel per l’economia nel 2009. In Italia secondo la definizione elaborata da Stefano Rodotà,i beni comuni si caratterizzano perché strumentali al godimento dei diritti fondamentali della persona. Per questa ragione, la loro gestione deve essere collettiva, superando la dicotomia tra pubblico e privato. Sono beni comuni, quindi, aria, acqua, foreste e, in generale, tutte le risorse naturali, nonché quelle archeologiche, ambientali e culturali. Ugo Mattei ne dà la seguente definizione:“Sono Beni comuni tutte quelle utilità che un determinato bene produce e che non sono né private né pubbliche ma che devono restare a disposizione di tutti, coloro che oggi sono vivi e coloro che non sono ancora nati”. 

CSS(Combustibile Solido Secondario) è un combustibile solido ottenuto dalla componente secca (plastica, carta, fibre tessili, ecc.) dei rifiuti non pericolosi, sia urbani sia speciali, tramite appositi trattamenti di separazione da altri materiali non combustibili, come vetro, metalli e inerti. Il CSS può trovare impiego in impianti industriali esistenti (cementifici, acciaierie, centrali termoelettriche, ecc.) in sostituzione ai combustibili tradizionali. Dal punto di vista normativo, il CSS è definito e disciplinato a livello nazionale dall’articolo 183 “Definizioni” del D.lgs. 152/06 ess.mm.ii. Il CSS cessa la sua classificazione come rifiuto divenendo un combustibile a tutti gli effetti con il  DM n. 22 del 14/2/2013 che individua le specifiche merceologiche, le tipologie di rifiuto che possono essere utilizzate nella produzione e gli impianti nel quale questo può essere utilizzato. 

Ecodistretto

VIA Valutazione di Impatto Ambientale

La procedura di Valutazione dell’Impatto Ambientale (VIA) rappresenta uno strumento fondamentale della politica ambientale dell’Unione Europea ed è finalizzata principalmente ad individuare eventuali impatti ambientali significativi connessi con la realizzazione di determinati progetti e, se possibile, a definire misure di mitigazione per ridurre tali impatti prima del rilascio delle necessarie autorizzazioni.

Il recepimento delle disposizioni comunitarie in materia di VIA da parte dell’Italia è attuato, ad oggi, dal Decreto Legislativo 152/2006 “Norme in materia ambientale” che, alla Parte seconda, disciplina sia la procedura di VIA di competenza dello Stato (per i progetti compresi nell’Allegato II), che quella di competenza delle Regioni (per i progetti compresi negli Allegati III e IV).

 La valutazione ambientale dei progetti, ha in particolare, la finalità di proteggere la salute umana, contribuire con un migliore ambiente alla qualità della vita, provvedere al mantenimento delle specie e conservare la capacità di riproduzione dell’ecosistema in quanto risorsa essenziale per la vit.

 La Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)  è una procedura che si effettua in via preventiva, per individuare, descrivere e valutare in modo appropriato, per ciascun caso particolare e secondo le disposizioni di cui al titolo III della Parte seconda del Decreto Legislativo D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 e s.m.i., gli effetti diretti ed indiretti di un progetto (sia esso pubblico che privato) sull’ambiente e più in particolare sui seguenti fattori:

  • l’uomo, la fauna e la flora;

  • il suolo, l’acqua, l’aria e il clima;

  • i beni materiali ed il patrimonio culturale;

  • l’interazione tra i fattori di cui sopra.

fonte: Regione Umbria

V.I.S. Valutazione Impatto Sanitario

L’analisi degli studi di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) condotti negli anni ha permesso di evidenziare la scarsa considerazione che è stata data ad una corretta valutazione dell’impatto sulla salute determinato da fattori di rischio associati a opere/impianti/progetti per le popolazioni esposte residenti nei territori limitrofi. Conseguentemente la nuova Direttiva VIA 2014/52/CE pone una maggiore enfasi sugli impatti determinati su “popolazione e salute” intervenendo sull’impostazione prevalentemente ambientale data in precedenza alla procedura VIA.

Il recepimento italiano della Direttiva, con il D.Lgs 104 del 16 giugno 2017, accoglie questo aspetto esplicitandolo nella richiesta di condurre obbligatoriamente una Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) per i nuovi impianti appartenenti alla categorie dei grandi impianti di combustione (>300 MWth), le raffinerie di petrolio greggio, gli impianti di gassificazione e di liquefazione e i terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto, ovvero per gli impianti che possono determinare forti impatti sul territorio in relazione alla loro attività produttiva. Lo studio VIS e la predisposizione di un dossier tecnico è a carico dei proponenti e dovrà essere valutato dalla Autorità Competente preposta al rilascio delle autorizzazioni.

fonte: Istituto Superiore Sanità

VAS – Valutazione ambientale strategica

La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è un processo di valutazione e controllo delle scelte di programmazione e pianificazione degli Enti con l’obiettivo di salvaguardare e tutelare la qualità dell’ambiente, di proteggere la salute umana e di utilizzare in modo sostenibile le risorse naturali. L’obiettivo è assicurare che i processi di formazione dei piani e programmi tengano in considerazione, al pari delle condizioni socio-economiche, il rispetto e la salvaguardia delle risorse naturali, in coerenza con il quadro di indirizzo internazionale e nazionale (Parigi-COP 21, Settimo Programma quadro per l’ambiente della Commissione Europea, Agenda ONU 2030, nuova Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile approvata dal CIPE con delibera .108 del 22 dicembre 2017), intese quali opportunità per elevare la qualità complessiva dei nuovi P/P rispetto alla sostenibilità ambientale.

Lo strumento della VAS ha la potenzialità quindi di trasformare i processi di pianificazione territoriale/urbanistica della pubblica amministrazione, in processi di pianificazione e programmazione di tipo integrato, proiettati verso un comune “obiettivo strategico” quale quello dello “sviluppo sostenibile”, in termini non solo ambientali, ma anche sociali, economici, culturali e politici.