La stretta dei comitati nazionali contro il Decreto Semplificazioni del Ministro Cingolani

Lettera aperta alle Commissioni Ambiente e Affari Costituzionali del Parlamento italiano

Ai Membri  Commissione Ambiente Camera dei Deputati e Senato della Repubblica

Egregi Onorevoli e Senatori,

Chi Vi scrive sono  decine di  comitati di cittadini che dal Sud al Nord del nostro Paese ormai da anni, con strumenti democratici e di partecipazione,  sollevano il tema dell’incoerenza dei modelli di sviluppo proposti a livello nazionale e replicati sui territori; ci battiamo  per garantire i diritti basilari dei cittadini a partire da quello alla salute, il diritto ad una buona qualità della vita, a perseguire prospettive di sviluppo capaci di futuro, a riprendere la parola sui beni comuni e colmare il vulnus determinato da decenni di spossessamento delle matrici ambientali.

Abbiamo negli anni, su numerose vertenze territoriali, mobilitato migliaia di persone, attivato conoscenze e saperi, aperto interlocuzioni con organi istituzionali a partire dai territori sino agli organismi dell’Unione Europea provando sempre, in prima istanza, a difenderci e a difendere i territori dall’atteggiamento predatorio di certa industria e di certa politica.

Come tanti altri soggetti del mondo del lavoro, dell’ambientalismo, della sanità e della cittadinanza attiva assistiamo con incredulità alle scelte che il governo sta mettendo in campo sia in merito al PNRR sia e soprattutto al “Decreto Semplificazioni” che lo accompagnerà.

Salta all’attenzione la capacità del nostro Paese e di chi di volta in volta si trova nella condizione di decidere, di scegliere in nome di tutti (di tutte le generazioni, di tutte le classi sociali e di tutti i territori)di non utilizzare le opportunità e in questo caso le risorse, per innescare un cambiamento che sia democratico e davvero orientato al futuro. D’altra parte l’acronimo PNRR di per sé dice che si punta a trovare agio, spazi e continuità nello schema economico e di potere attuale, ripartendo esattamente da quanto sarebbe stato necessario mettere in discussione: dalla iniqua distribuzione delle ricchezze, dal consumo del territorio, dalla non salvaguardia del patrimonio storico, artistico e ambientale, dagli attacchi plurimi al diritto alla salute.  Si riproduce e finanzia l’esistente e non il cambiamento.

Nelle scelte del PNRR non scorgiamo alcuna traccia di quella che potremmo definire una visione, ma piuttosto l’assunzione degli interessi di pochi come interesse generale, paradigmatico il business sul cosiddetto green, di fatto una conversione ecologica in salsa imprenditoriale, l’assunzione in toto della logica privatistica.

Tutto ciò è ulteriormente sancito nel cosiddetto Decreto Semplificazioni dove si stabilisce di fatto lo smantellamento di quanto dovrebbe garantire i cittadini e la stessa Nazione, a partire dall’attacco frontale alla Valutazione d’Impatto Ambientale facendo una scelta di campo chiara a favore degli interessi delle lobby che vedono accolti tutti i loro desiderata per avere mani libere. Le richieste dei cittadini che rappresentano l’interesse di tutti vengono invece derubricate dallo stesso Ministro della Transizione Ecologica in varie interviste come antichi orpelli, inutili e farraginose procedure.  In ognuno degli ambiti individuati la logica della prevenzione è praticamente nulla.  Nessun investimento nel sistema di protezione ambientale che deve valutare tutte le opere del Recovery Plan. All’art. 50 del Decreto Semplificazioni la partecipazione dei cittadini è semplicemente tagliata, si esclude il loro ruolo attivo di impegno civico diffuso, la possibilità di rimpossessarsi del diritto di parola sulle decisioni che hanno impatto sulla salute, sulla qualità della vita e sull’ambiente.

La Valutazione d’Impatto Ambientale di determinati progetti pubblici e privati è, dalla sua istituzione nell’ambito della normativa europea, circa 40 anni fa, strumento fondamentale di politica ambientale, uno di quelli che vengono definiti non casualmente pilastri della politica ambientale europea.  Una procedura  che per sua natura è strutturata sul principio dell’azione preventiva, coerentemente con la logica del ritenere che la miglior politica ambientale non può che prevenire gli effetti negativi legati alla realizzazione dei progetti, piuttosto che tentare, generalmente con scarsa possibilità di successo, di combattere gli effetti negativi successivamente.

Eppure, nel corso degli anni, soprattutto dal 2003 e con cadenza regolare, l’Unione Europea ha realizzato diversi resoconti sull’andamento dell’applicazione della VIA in Europa e ciò che è sempre stato fatto notare per quanto riguarda l’Italia non sono i tempi a volte lunghi, non  il fatto che sia un ostacolo alla libera iniziativa, ma le notazioni sono state sul livello di soglia di ammissione alla VIA troppo restrittivo, sul controllo di qualità del procedimento, sul frazionamento dei progetti per sfuggire alla valutazione d’Impatto Ambientale, sull’assenza di valutazione  degli effetti cumulativi sull’ambiente. Ciò che è stato evidenziato in questi resoconti è la necessità di migliorare la formazione del personale delle amministrazioni competenti, la valutazione del rischio, gli inadeguati sistemi di monitoraggio, la necessità di una sensibilizzazione sui nessi tra salute umana e ambiente, la sovrapposizione di procedure di autorizzazione ambientale e la necessità di facilitare la partecipazione del pubblico, dei cittadini. Questo doveva accompagnare il PNRR.

Nessun riferimento come si vede alla Sindrome Nimby più volte citata dal Ministro Cingolani per ridicolizzare, svuotare di senso la partecipazione e per giustificare lo smantellamento di fatto di quanto invece la norma internazionale pone a difesa e a garanzia dei cittadini, secondo quanto previsto anche dalla nostra Carta Costituzionale agli articoli 32, 41 e 42.

Ridurre i tempi della VIA, ridurre il contraddittorio tra i diversi portatori d’interesse compresi gli Enti locali, le USL, le articolazioni periferiche dello Stato, esautorare lo strumento di Valutazione d’Impatto Ambientale sui grandi progetti ed avocare a livello centrale anche il parere paesaggistico cos’è se non liberare gli interessi privati dal questo “inutile ingombro” ? Il succo è l’attacco ai beni comuni a partire da quello di esercitare appieno il diritto/dovere di cittadinanza garantito dalla Costituzione. Che senso ha annunciare l’introduzione nella Carta Costituzionale dei valori della sostenibilità ambientale quando si lavora quotidianamente allo smantellamento di ogni presidio, di ogni protezione di ogni azione preventiva nei confronti dell’ambiente e dell’uomo?

L’Italia è un Paese che ha bisogno di regole non di deroghe, con la scusa della semplificazione invece si inseriscono deroghe e sospensioni di norme a favore dei soliti gruppi di interesse.

Come si dovrebbe leggere ad esempio la liberalizzazione del subappalto quando in  Italia uno dei bisogni principali è quello della sicurezza?

Come si dovrebbero leggere le cosiddette Misure di Semplificazione per la promozione dell’economia circolare quando prevedono addirittura che una semplice comunicazione senza analisi, senza VIA, consentirebbe il co-incenerimento di CSS combustibile nei cementifici autorizzati e non autorizzati allo svolgimento di operazioni R1 in quanto la stessa non viene considerata come modifica sostanziale.   C’è ancora qualcuno a cui sfugge l’effetto sull’ambiente e sulla salute di impianti di produzione di cemento, industrie insalubri di prima classe? Sfugge ancora a qualcuno che questa pratica di coincenerimento ha già trasformato i 27 cementifici d’ Italia in vere bombe ecologiche?  Sfugge ancora a qualcuno che come abbiamo visto tristemente anche in questi giorni si gioca a dadi sulla vita dei cittadini? Come si dovrebbe leggere tale proposta se non come il recepimento tal quale delle indicazioni dell’associazione dei cementieri contro le istanze della cittadinanza, degli esposti involontari agli effetti dell’inquinamento prodotto? E’ casuale che questo avvenga proprio quando, forse per la prima volta, la richiesta delle cementerie in Umbria viene assoggettata alla VIA? E’ casuale che questa proposta esca da un ministero in cui sono presenti consulenti direttamente provenienti dalla stessa istituzione regionale che ha,“ob torto collo”, dovuto concedere l’assoggettabilità alla  VIA?  E come valutare l’accoglimento della proposta della divisione  ambiente dell’associazione degli industriali e della Lega che passerà alle Regioni la competenza sull’End of Waste, il processo attraverso cui quelli che un tempo erano rifiuti ( e che lo sono ancora per loro natura e per gli effetti che determinano) possono essere trasformati in combustibili e riciclati in attività industriali  aprendo il tema ad interpretazioni del tutto ideologiche? Le Regioni infatti potranno ignorare le linee guida ministeriali sui materiali sostituendole con un parere dell’Arpa regionale di fatto un loro dipartimento.

Il vulnus creato nel 2013 dal Decreto Clini che chiediamo di sanare già dalla sua istituzione,  con il Decreto Semplificazioni viene letteralmente “cementato” a protezione degli interessi della lobby del cemento. Il Ministero dell’Ambiente non solo ascoltando quanto richiesto dai comitati presenti nella maggioranza delle regioni italiane, ma anche ascoltando quanto rilevato in sede europea avrebbe dovuto cancellare la vergogna del Decreto Clini che semplicemente “rinominando” i rifiuti come combustibili li ha sottratti al rispetto delle regole, delle norme e precauzioni ad essi applicabili. Invece ne ha fatto addirittura uno strumento di realizzazione della economia circolare che in realtà non prevede affatto il ricorso all’incenerimento se non per parti residuali non altrimenti riciclabili. Il PNRR utilizza risorse europee, ma non rispetta le regole e le indicazioni europee in cui con grande chiarezza l’incenerimento è classificato come una ipotesi recessiva nell’ambito della economia circolare come ribadito anche dall’ultimo decreto di recepimento del pacchetto europeo sull’Economia circolare n 116/2020.

Su questo argomento il decreto semplificazioni non fa altro che recuperare, sottraendolo al dibattito parlamentare, il tentativo del senatore umbro Briziarelli e di altri, di modifica del decreto Clini con un emendamento pochi mesi fa bocciato come improponibile.  Il testo dell’emendamento è la proposta dell’associazione dei cementieri, il testo della proposta di legge del Consigliere regionale della Lega umbra Carissimi è il testo presente nell’articolo 20 del decreto semplificazioni: una semplice comunicazione senza alcuna valutazione preventiva sia essa VIA, VAS o VIS, senza alcuna possibilità di presentare osservazioni per i diversi portatori di interesse siano essi cittadini o enti, senza la possibilità dell’insediamento di una Conferenza dei Servizi. Ai cittadini invece dovrebbe essere garantita la possibilità di intervento durante tutto il procedimento amministrativo come previsto dalla L. 241/90.

Dal basso, dai territori, dalle istituzioni più vicine ai cittadini arriva la richiesta e l’urgenza di un modello di sviluppo diverso che chiarisca come progresso e crescita non siano sinonimi, dove la tecnologia sia pensata al servizio dell’uomo e non del profitto di pochi contro le comunità.

Cosa ci consegna quindi il Decreto semplificazioni? Un’idea di ambiente asservito alle necessità di ogni singolo produttore di rischio.

I processi di valutazione partecipativi non sono perdite di tempo come sostiene il Ministro Cingolani e riteniamo davvero grave che si dica in tutta libertà che quella che il ministro chiama “cultura Nimby” è  una cultura del sospetto che ha trovato alleanze nel mondo della giustizia. Purtroppo è necessario ricordare al Ministro Cingolani che la realtà del nostro Paese parla di una situazione di illegalità, di abuso, di non rispetto delle regole estremamente diffusa soprattutto in tema di rifiuti e ambiente e la risposta che il Paese si aspetta e merita non è la semplificazione che ci viene proposta. Non è con il silenzio – assenso che si recupera alla legalità questo paese, non è assecondando l’atavica voglia di sfuggire ed aggirare le regole , le leggi , ma al contrario con il rafforzamento e la riqualificazione dei processi di controllo , di tutela, di prevenzione, con l’investimento sulle competenze, sull’applicazione sostanziale del concetto di uguaglianza  e con il sostegno ai processi partecipativi vera  palestra e concreta  applicazione dei principi fondamentali della cittadinanza che si dà sostanza al senso di essere parte della Repubblica Italiana.

Ci appelliamo al Vs. ruolo affinché non si contravvenga  a quelle che sono le indicazioni europee in tema di ambiente e alle  disposizioni chiare relativamente  all’economia circolare e si eviti il rischio di una palese violazione dei diritti di partecipazione e cittadinanza oltre all’ennesima aggressione al diritto alla salute ad un’ ambiente sano.

Certi della Vostra  attenzione,  porgiamo cordiali saluti

Coordinamento Civico AMBIENTE E SALUTE

Via G. Mazzini 43 – 73022 Corigliano d’Otranto (LE)

Associazione “ARIANOVA”

Via Veneto, 4 – 31040 Onigo di Pederobba (TV)

Comitato “ARIA PULITA IN VAL D’ARDA”

Via di Mezzo, 5 – 29014 Castell’Arquato (PC)

Comitato “BASTA NOCIVITÀ IN VAL D’ARDA”

Via Wladimiro Bersani, 27 – 29018 Lugagnano Val d’Arda (PC)

ISDE (International Society of Doctors for Environment),

Sezione Provinciale di Perugia ,Gubbio (PG)

Comitato “LASCIATECI RESPIRARE”

35043 Monselice (PD)

Movimento LEGGE RIFIUTI ZERO PER L’ECONOMIA CIRCOLARE

Piazza Vittorio Emanuele II, 2 – 00185 Roma (RM)

Comitato “NO CSS NELLE CEMENTERIE DI GUBBIO”

Via di Monte Albigio, 18 – 06024 Gubbio (PG)

Comitato “NO INCENERITORE MATERA – NIM”

Viale Santa Caterina da Siena, 6 – 75100 Matera (MT)

Comitato per la TUTELA AMBIENTALE DELLA CONCA EUGUBINA

Frazione Ghigiano, 4 – 06024 Gubbio (PG)

Comitato Cittadini di VIA PROTOMARTIRI FRANCESCANI

DI S. MARIA DEGLI ANGELI Assisi PG

Coordinamento Regionale UMBRIA RIFIUTI ZERO APS

Via P. Pellini 5 – 06124 Perugia (PG)

Comitato Rifiuti Zero Spoleto No inceneritori

PG

ISDE ITALIA Regione Umbria

PG

Comitato Salute e Ambiente

Calzolaro, Trestina,Alto Tevere Sud

Cittadinanza Attiva Regione Umbria APS

PG

Comitato Popolare Lasciateci Respirare

Monselice (PD)

Un’ Altra Gubbio

Gubbio PG

No Teleriscaldamento #spegnamo il forno inceneritore

di Valmadrera

Comitato per Scarpino

Genova

Movimento difesa del cittadino di Perugia APS

Associazione consumatori-utenti

Via Guardabassi, 14-06123 Perugia

AsociazioneUmbria MC ODV

Perugia

Coordinamento Nazionale RifiutiZero Nei Cementifici

Coordinamento per l’ Ambiente

di Gualdo Cattaneo (PG)

CiAS, Associazione Cibo ambiente e salute

PERUGIA (PG)

COMITATO PRO ACQUA Gualdo Tadino

Comitato discarica sicura

di Pompiod,(Aymavilles- AO)

Comitato Valli Ferite

Verona (VR)

Ass. Monastero del Bene Comune

Sezano (VR)

Comitato No Antenna

06024 Gubbio (PG)

WWF PERUGIA

Via XX Settembre 134- 06124 Perugia

Comitato Gubbio Salute e Ambiente

06024 Gubbio (PG)

Comitato per la Tutela dei Beni Culturali e del Paesaggio

06024 Gubbio (PG)

Comitato di Monteluiano per la Tutela di Salute & Ambiente

06024 Gubbio ( PG)

Comitato Stop Veleni

Augusta Priolo Melilli Siracusa

Mamme Salute Ambiente Vanafro ( Isernia)

No INCENERITORI TERNI

 

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