A Galatina la Procura ha aperto una inchiesta sui fumi. Al cementificio di Colleferro il TAR impone la V.I.A.
Secondo il TAR della regione Lazio, bruciare rifiuti CSS costituisce una “modifica sostanziale” del processo di produzione di un cementificio e dunque richiede obbligatoriamente una VIA (Valutazione di Impatto Ambientale). Un cementificio non e’ un inceneritore: i limiti di emissione sono decisamente piu’ laschi, e i controlli piu’ tolleranti e approssimativi.
Il giudice del TAR ha dunque contraddetto il Ministro Cingolani. Infatti nel luglio del 2021 con il decreto legge “Semplificazione” Cingolati aveva proclamato che trasformare un cementificio in inceneritore non costituiva una modifca tale da richiedere l’ opinione delle autorita’ sanitarie, ne’ quella degli amministtratori locali, e tandomeno il parere dei cittadini.
Quanto alla cementeria Colacem di Galatina le nere fumate anomale dell’ estate 2022 hanno causato l’ apertura di una inchiesta. il Coordinamento Civico Ambiente e Salute ha segnalato le dense fumate ad ARPA Puglia e all’ ISPRA di Stresa, l’ agenzia governativa incaricata della protezione ambientale. L’ inchiesta, coordinata dalla procuratrice aggiunta Elsa Mignone e dalla sostituta Maria Vallefuoco, valutera’ tra l’ altro il livello di emissioni in quella zona del Salento, dove negli ultimi anni i casi di tumori sono aumentati oltre la norma.
I magistrati, fortunatamente, sono piu’ solerti dei politici nell’ investigare salute e ambiente. Forse anche per questo alcuni politici auspicano la separazione delle carriere tra giudice e pubblico ministero. Approfondire la spaccatura permanente tra corporazioni consente di fare i propri affari senza controlli incrociati e transfughi ficcanaso.