Oggi i comitati NO CSS e per la tutela ambientale della Conca Eugubina hanno inviato questa lettera alla Regione Umbria
Regione Umbria
regione.giunta@postacert.umbria.it
Att.ne Presidentessa Donatella Tesei
presidente@regione.umbria.it
provincia.perugia@postacert.umbria.it
Att.ne Presidentessa Stefania Proietti
Comune di Gubbio
comune.gubbio@postacert.umbria.it
Att.ne Sindaco Filippo Stirati
sindaco@comune.gubbio.pg.it
ARPA Umbria
protocollo@cert.arpa.umbria.it
Att.ne Direttore Generale Luca Proietti
direzionegenerale@arpa.umbria.it
USL Umbria1
aslumbria1@postacert.umbria.it
Att.ne Direttore Generale f.f.: Dott. Enrico Martelli
direzione.generale@uslumbria1.it
Att.ne Direttore Sanitario f.f.: Dott. Luigi Sicilia
direzione.sanitaria@uslumbria1.it
Comando regione carabinieri forestali Umbria Perugia
fpg44102@pec.carabinieri.it
Procura di Perugia
civile.pg.perugia@giustiziacert.it
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Gubbio, primo ottobre 2023
Oggetto: Cementerie Barbetti e Colacem di Gubbio:
– assoluta discrezionalità da parte della amministrazione competente nell’applicazione dell’art. 35 comma
3 del D.L. n. 77/2021 (decreto Cingolani) e per la qualificazione dell’intervento come “modifica sostanziale”
– nuova Valutazione Impatto Ambientale per co-incenerimento di CSS (Combustibile Solido Secondario
prodotto da rifiuti indifferenziati)
– sentenze del Consiglio di Stato n. 8093 e n. 8084 del 31/08/2023.
Gentilissima Presidentessa,
sottoponiamo all’attenzione dell’ente da Lei rappresentato due recenti sentenze del Consiglio di Stato (n.
8093 e n. 8084 del 31.08.2023) che costituiscono un punto fermo della giurisprudenza amministrativa
rispetto al tema dibattuto e controverso della combustione del CSS (combustibile solido secondario
derivato dai rifiuti indifferenziati) da parte dei cementifici.
Come già evidenziato più volte dal nostro comitato, il tema del CSS aveva assunto profili di elevata criticità
allorquando l’art. 35, comma 3 del D.L. n. 77/2021 (cosiddetto decreto Cingolani) ha introdotto una
procedura semplificata per i cementifici aprendo la possibilità di qualificare i progetti di combustione del
CSS quali modifiche non sostanziali, e dunque bastevoli di una semplice comunicazione all’autorità
competente, la quale avrebbe potuto semplicemente prenderne atto e procedere quindi ad un mero
aggiornamento dell’A.I.A. – Autorizzazione Integrata Ambientale.
Ebbene, confermando quanto già espresso in primo grado dal T.A.R. Lazio e dal T.A.R. Piemonte, le
suddette sentenze del Consiglio di Stato (relative, nella fattispecie, a due impianti di Italcementi e di Buzzi
Unicem ubicati nel Lazio) hanno sgomberato il campo da ogni possibile equivoco. In particolare, le due
sentenze del Consiglio di Stato hanno palesemente smentito l’interpretazione che la Regione Umbria
prima e il T.A.R. dell’Umbria successivamente davano dell’art. 35 comma 3 del D.L n. 77/2021,
confondendo erroneamente la “semplificazione” per un “automatismo”.
Al contrario, le sentenze emesse dalla massima corte della giustizia amministrativa hanno ribadito – e
ulteriormente rafforzato nelle motivazioni – il pieno potere discrezionale in capo all’Autorità Competente
nel qualificare il progetto di combustione del CSS quale modifica sostanziale. Ciò sia in ragione di un’analisi
critica, approfondita e imparziale delle specificità impiantistiche dei due interventi, sia delle criticità e
peculiarità urbanistiche, ambientali e sanitarie su cui essi insistono. In sintesi, il Consiglio di Stato ha
stabilito la necessità di avviare una più opportuna, complessiva e coerente procedura di Valutazione di
Impatto Ambientale ogniqualvolta le autorità locali abbiano ragionevoli motivi di ritenere che la
combustione dei rifiuti CSS comporti il rischio di maggiori danni all’ambiente e alla salute dei cittadini.
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Orbene, questo è precisamente il caso dei due cementifici di Gubbio. Non è superfluo qui ricordare che,
al tempo della valutazione “non sostanziale” che la Regione Umbria aveva fornito per le modifiche
richieste quasi simultaneamente dai due cementifici, sia il Comune di Gubbio che la USL Umbria 1 avevano
formalmente espresso perplessità, sostenendo che esistessero motivi più che ragionevoli per prevedere
un aumento di rischio per l’ambiente e la salute dei cittadini. Perplessità che la Sua amministrazione
regionale ha ignorato, avallando invece le richieste dei due cementieri.
Dette sentenze (alla cui attenta lettura La preghiamo di invitare anche i vostri uffici) definiscono un
inequivocabile ruolo per la Regione Umbria quale ente competente in materia chiamato ad esercitare una
salvaguardia effettiva del nostro territorio. Vi si troveranno infatti, sia dal punto di vista tecnico che legale,
tutti i riferimenti per poter svolgere le corrette valutazioni e procedure a fronte della richiesta di
combustione del CSS nel ciclo produttivo delle cementerie Barbetti di Semonte e Colacem di Padule,
entrambe a pochissimi chilometri da Gubbio.
L’incompatibilità di questi due impianti insalubri di prima classe con le caratteristiche abitative e
morfologiche della conca Eugubina è palese; Gubbio è l’unica città d’Italia dove coesistono due cementifici
in un raggio di 10 chilometri, in una piana densamente popolata e circondata di rilievi. La proposta di
trasformarli, senza alcuna modifica, in inceneritori di rifiuti risulta addirittura raccapricciante se accostata
alla immagine della nostra regione come polmone verde d’Italia e di Gubbio, cospicua meta di turismo e
cuore verde dell’Umbria, immagine costantemente promossa dai rappresentanti delle attività
economiche, turistiche e produttive di tutta la nostra comunità e, in primo luogo, dai rappresentanti
dell’amministrazione pubblica. L’inadeguatezza di tale impiego è stata chiaramente espressa sia dal
Comune di Gubbio che dal dipartimento prevenzione dell’USL Umbria 1. Entrambi hanno rappresentato
formalmente presso la Sua amministrazione la necessità di assoggettare alla Valutazione di Impatto
Ambientale (VIA) la richiesta di bruciare il CSS Combustibile nelle due cementerie eugubine. Tale esigenza
è confermata da autorevoli organizzazioni internazionali di medici e dalla stessa Commissione Europea.
Esistono poi serie preoccupazioni e rischi di carattere giuridico. Secondo il rapporto ECOMAFIA 2022 su
reati ambientali in Italia e traffico illecito di rifiuti, l’Umbria è in “ottima” posizione. In particolare, la
provincia di Perugia, insieme a pochi altri capoluoghi del centro nord, compare tra le prime 20 provincie
Italiane con ben 383 reati ambientali. Oltre i due terzi dei reati commessi in Umbria, ben 525, sono
concentrati nelle aree del cemento e dei rifiuti. Il solo ciclo dei rifiuti ha raccolto ben 295 denunce di reato:
più di quelli commessi in Veneto o in Emilia-Romagna.1
Ci consenta, Gentile Presidentessa, di cogliere l’occasione per evidenziare un ulteriore passaggio delle
sentenze che attiene – più in generale – al significato e alla funzione dell’AIA – Autorizzazione Integrata
Ambientale.
In occasione di una molteplicità di altri progetti presentati dalle due cementerie i diversi pareri, assensi,
nulla osta sono stati espressi dagli enti in modo separato o disgiunto, in assenza di una consapevolezza
effettiva del significato dell’intervento rispetto al quadro sancito dall’AIA vigente, ignorando l’impatto
cumulativo che i due impianti insalubri di prima classe hanno sul territorio, e quindi in mancanza di una
nota 1 Rapporto a cura del Comando Carabinieri per la tutela ambientale, Milano Rete Ambiente S.r.l., 2022, p. 85 e segg.
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regia complessiva quale la Regione Umbria avrebbe dovuto assicurare da ente competente in materia. La
dottrina ribadita dal Consiglio di Stato prevede infatti testualmente che: “L’autorizzazione integrata
ambientale unifica in un unico titolo gli assensi necessari per l’esercizio di un impianto (cd. “installazione”),
principalmente nei settori energetici, industriali, chimici e di gestione dei rifiuti, ai fini del controllo delle
emissioni inquinanti nell’aria, nell’acqua e nel suolo e della produzione dei rifiuti, ed è disciplinata negli
artt. 29 bis e seguenti del codice dell’ambiente. (…)
L’autorizzazione integrata ambientale è un provvedimento che sostituisce, con un unico titolo abilitativo,
tutti i numerosi titoli che erano precedentemente necessari per far funzionare un impianto industriale
inquinante, assicurando così efficacia, efficienza, speditezza ed economicità all’azione amministrativa nel
giusto contemperamento degli interessi pubblici e privati in gioco, e incide quindi sugli aspetti gestionali
dell’impianto” (cfr. Cons. St., Sez. V, 17 ottobre 2012, n. 5292 e 26 gennaio 2015, n. 313; Sez. IV, 18 luglio
2017, n. 3559; Sez. VI, 19 marzo, n. 1541;Cons. St., Sez. IV, 12 aprile 2021, n. 2949).
Richiamiamo pertanto, ancora una volta codesta amministrazione affinché:
– siano rivedute criticamente le richieste di qualsiasi modifica presentate dai due cementifici, considerando
il loro impatto congiunto e cumulativo sulla salute e sull’ambiente, evitando la frammentarietà delle stesse
e riconducendole ad una sostanziale unitarietà e organicità;
– siano analizzati gli effetti cumulativi delle emanazioni di contaminanti che, sommando le due cementerie,
insistono sulla conca eugubina da 124 anni;
– siano prese in considerazione le misure di tutte le sostanze tossiche, cumulativamente e per periodi
significativi dell’attività delle due cementerie, secondo criteri meteorologicamente validi, e senza
escludere apparenti anomalie, quali ad esempio l’avviamento o lo spegnimento di forni;
– siano coinvolti attivamente fin dalle prime fasi dei procedimenti tutti gli enti preposti, e siano considerate
le loro osservazioni pertinenti, evitando il rilascio di pareri autorizzativi parziali e/o precipitosi, il cui
successivo perfezionamento comporti evidenti incoerenze amministrative, col rischio di contenziosi e
spese legali a carico sia del Comune di Gubbio che dei suoi cittadini.
Fiduciosi di aver contribuito ad una maggiore consapevolezza circa il ruolo dei diversi enti nel garantire la
tutela e lo sviluppo del territorio eugubino,
ringraziamo per l’attenzione e porgiamo distinti saluti.
Per il Comitato per la Tutela Ambientale
della Conca Eugubina
Il Presidente
Andrea Baldinucci
Per il Comitato No CSS nelle cementerie di Gubbio
La Segretaria
Emilia Pagliaroli