SINTESI DELLE OSSERVAZIONI DI 40 COMITATI UMBRI AL PIANO DEI RIFIUTI REGIONALE

SINTESI DELLE OSSERVAZIONI ALLA PROPOSTA DI PIANO REGIONALE DI GESTIONE INTEGRATA
DEI RIFIUTI DELLA REGIONE UMBRIA E DI COSTRUZIONE DI UN INCENERITORE

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OSSERVAZIONI AL PIANO REGIONALE DEI RIFIUTI DELLA REGIONE UMBRIA

La creazione di un nuovo inceneritore è del tutto obsoleta e anacronistica, e nel nuovo Piano
Regionale di Gestione dei Rifiuti, preadottato dalla Giunta vengono messe addirittura in discussione
le pratiche virtuose che numerosi Comuni dell’Umbria hanno realizzato.

LA SCELTA DI COSTRUIRE IN UMBRIA L’INCENERITORE CON RECUPERO DI ENERGIA NON È LA
SOLUZIONE ADEGUATA PER QUESTE RAGIONI:

1) L’incenerimento dei rifiuti si contrappone ai principi dell’economia circolare, il modello
di sviluppo indicato dalla politica europea che crea vantaggi economici e vantaggi
occupazionali ed è in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale per il quale materiali
e risorse devono essere mantenuti il più a lungo possibile nel ciclo produttivo.
Incenerimento dei rifiuti, co-incenerimento e discarica sono opzioni da minimizzare.
La costruzione di inceneritori e il co- incenerimento non possono essere finanziati con i
fondi del Recovery Fund o Next Generation Eu, perché soggetti al principio del DNSH (Do
Not Significant Harm), che determina come, ogni attività economica, debba contribuire in
modo sostanziale alla tutela dell’ecosistema, senza arrecare danno a nessuno degli obiettivi
ambientali.
Le analisi merceologiche effettuate a campione da Arpa Umbria mostrano come circa il 90%
dei materiali che compongono il rifiuto secco residuo sono riciclabili, l’incenerimento si
realizzerebbe soprattutto utilizzando materiali riciclabili, che non vengono intercettati con
i sistemi di raccolta differenziata.

2) Produrre energia tramite incenerimento si dimostra controproducente nel percorso verso
la decarbonizzazione. A livello europeo e nazionale, si sta facendo sempre più ricorso ad una
quota crescente di energia rinnovabile per ridurre drasticamente l’impronta di carbonio che
invece aumenterebbe notevolmente con l’incenerimento dei rifiuti.
In altri paesi europei si stanno adottando moratorie e/o piani di spegnimento progressivo
degli inceneritori, in Umbria se ne prevede la messa in funzione in pericolosa
controtendenza rispetto al resto d’Europa.

3) L’inceneritore ingessa il sistema di gestione dei rifiuti perché risulta essere la tecnologia a
maggiore intensità di uso dei capitali finanziari, potendo garantire il ritorno degli
investimenti solo con contratti di lunga durata a tonnellaggi garantiti (effetto lock in). I
Comuni che sono collegati a tale impianto dovranno stipulare dei contratti in base ai quali
dovranno conferire un certo tonnellaggio di rifiuti l’anno per non essere soggetti al
pagamento di penali. Ne conseguirà che i Comuni non saranno più incentivati a perseguire
percorsi di riduzione, riuso e riciclo dei rifiuti.
La scelta di realizzare un inceneritore della capacita annua di 160 mila tonnellate è
subordinata alla sostenibilità tecnica ed economica dell’impianto da realizzare e del suo
gestore, data la necessità di produrre quantitativi certi di secco residuo e scarti da raccolta
differenziata per alimentare tale impianto di incenerimento.

4) L’inceneritore non elimina la discarica anzi, la raddoppia, richiedendo discariche sia per
rifiuti non pericolosi (le ceneri pesanti o “scorie”, purché la cosa venga confermata da test
di rilascio) che per rifiuti pericolosi (le ceneri volanti). Le discariche, secondo quanto
riportato nel piano regionale, riceveranno annualmente, dopo la messa in funzione
dell’inceneritore, circa 30.800 tonnellate di rifiuto, a seguito di varie fasi di trattamento.
Durante la fase a regime prevista dalla Regione entro il 2028-2030 dovranno essere previsti
ulteriori nuovi ampliamenti di volumetria delle discariche umbre, a conferma della tesi che
l’incenerimento dei rifiuti non è alternativo alla discarica. La realizzazione dell’inceneritore
impedisce di fatto la pianificazione di strategie di gestione dei rifiuti in grado di minimizzare
il quantitativo di rifiuti indifferenziati da avviare a smaltimento. https://osservatorioborgogiglione.it/

PROPOSTE DI LINEE GUIDAPER IL PIANO D’AMBITO REGIONALE
DEI RIFIUTI IN UMBRIA

https://drive.google.com/drive/u/0/folders/1Od-5bzoxu7MOPhw9ZnxW0MAL_PWK2GqS
https://www.change.org/p/presidente-regione-umbria-umbria-una-strategia-verso-rifiuti-zero-a-tutela-di-ambiente-salute- ed-equita’)

Le associazioni riunite nel Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero e i referenti umbri
di Zero Waste Italy avevano presentato, nell’aprile 2020, una dettagliata proposta di piano
regionale, supportata peraltro da numerosi cittadini, associazioni e Sindaci, a cui la
Regione e lo stesso CTS non hanno mai dato risposta, su cui non hanno mai inteso
confrontarsi.

La loro proposta è pensata per creare in Umbria un modello di vera “economia circolare”, un
modello che abbia tra i suoi assi portanti la riduzione della produzione dei rifiuti, il riuso, il
riciclo, la riparazione e la riprogettazione e che quindi si propone di creare un contesto che
favorisca la creazione di opportunità imprenditoriali e occupazionali, dove etica e profitto
possano coesistere.

Come sostiene anche Roberto Morabito, Direttore del Dipartimento Sostenibilità dei
Sistemi Produttivi e Territoriali dell’ENEA, (https://www.youtube.com/watch?v=6pKr8vvTwVY)                                                                               si potrebbe iniziare da subito a ridurre i quantitativi di rifiuti che oggi smaltiamo in discarica.

l’Umbria ha tutte le capacità per arrivare ad una drastica riduzione di quei rifiuti/scarti c
invece si vorrebbero destinare ad incenerimento e che continueranno a essere conferiti in
discarica. L’incenerimento e il co-incenerimento non sono certamente le uniche opzioni di
trattamento del RUR, né le uniche opzioni che consentono di ridurne l’avvio a discarica.
Esistono ad esempio impianti di trattamento meccanico biologico evoluti, comunemente
denominati fabbriche di materiali e sistemi di selezione del RUR, che riescono a recuperare                                                                                           i materiali riciclabili presenti nell’indifferenziato.

 

COMITATI FIRMATARI:

Zero Waste Italy , Referenti per l’Umbria – Osservatorio Borgogiglione – Movimento Difesa del Cittadino
di Perugia APS – Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero Aps –ISDE. Medici Per l’Ambiente –
Comitato No Inceneritori di Terni – Rifiuti Zero Spoleto – Cittadinanzaattiva Umbria Aps – Comitato
Salute Ambiente Calzolaro Trestina Altotevere Sud – Comitato NoCss nelle Cementerie – Comitato
Gubbio Salute Ambiente – Comitato per la Tutela Ambientale della Conca Eugubina – Comitato per la
Tutela dei beni Culturali e Paesaggistici Gubbio – Comitato No Antenna, Gubbio- Ecologicpoint Aps –
Fridays For Future Perugia – Comitato Monteluiano, Gubbio