Giovanni Vantaggi Med Amb scrive su Facebook :
INQUINAMENTO E SALUTE MENTALE
Il recente rapporto dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), stima in quasi 1,1 miliardi le persone con disturbi mentali, evidenziando così un’emergenza globale.
Tuttavia, il ruolo dell’inquinamento ambientale in questo carico di malattia rimane sottovalutato.
Revisioni sistematiche mostrano che l’esposizione cronica a particolato fine (PM₂.₅) e biossido di azoto (NO₂) è associata a declino cognitivo e demenza, in linea con la Lancet Commission on Dementia del 2020, che ha riconosciuto l’inquinamento atmosferico come fattore di rischio modificabile.
L’inquinamento dell’aria è implicato nei disturbi del neurosviluppo. Una revisione sistematica e metanalisi ha evidenziato che l’esposizione materna a PM₂.₅ durante la gravidanza aumenta il rischio di disturbo dello spettro autistico. Lo studio CHARGE ha confermato che la residenza in prossimità di applicazioni agricole di pesticidi, in particolare organofosfati e piretroidi, è associata a un rischio più elevato di autismo e ritardo dello sviluppo.
Nuove evidenze sperimentali segnalano infine che micro- e nanoplastiche, già rilevate nel sangue e nella placenta umana, possono compromettere la salute cerebrale. Nei modelli murini, l’esposizione cronica a nanoplastiche di polistirene induce comportamenti simili all’ADHD, deficit esecutivi e invecchiamento cerebrale accelerato.
Questi dati indicano che le esposizioni cumulative a basse dosi, più che i singoli tossici isolati, possono avere un ruolo importante negli esiti di salute mentale. Accanto all’espansione dei servizi di cura, è urgente ridurre le esposizioni ambientali neurotossiche, integrando tali politiche nelle strategie globali di prevenzione della malattia mentale.
